Stato-mafia, Procura Palermo su conflitto Napolitano: “Ricorso infondato”

Pubblicato il 23 Novembre 2012 - 19:31 OLTRE 6 MESI FA

Giorgio Napolitano (Lapresse)

PALERMO – Per la Procura di Palermo, che ha depositato alla Consulta la memoria sul conflitto tra i poteri dello Stato sollevato dal Quirinale, il ricorso dell’Avvocatura dello Stato è infondato. Le obiezioni presentate per conto di Napolitano, in merito alla vicenda delle intercettazioni indirette, sono infatti rivolte contro i Pm, ma solo il giudice può disporre la distruzione delle intercettazioni, puntualizza la Procura di Palermo. Irresponsabilità non è intangibilità, dicono. Intanto è stata fissata l’udienza pubblica per il 4 dicembre.

Il ricorso presentato dal Quirinale, si legge nella memoria è rivolto “non già nei confronti dell’autorità giudiziaria giudicante, alla quale per esplicita ammissione della stessa Avvocatura ricorrente spetta in via esclusiva il potere di disporre in ipotesi la distruzione di intercettazioni”, ma alla Procura “che di quel potere – per espresso riconoscimento dell’Avvocatura ricorrente – non dispone”.

Il ricorso, si legge in uno dei passaggi fondamentali, si fonderebbe “su un duplice equivoco: da un lato l’Avvocatura generale estende l’irresponsabilità del Capo dello Stato fino a farla coincidere con una sua pretesa inviolabilità; dall’altro confonde la disciplina della (ir)responsabilità del Presidente della Repubblica” con quella “delle garanzie del Capo dello Stato di fronte al compimento di atti e operazioni processuali relative a un terzo soggetto, nelle quali egli sia accidentalmente coinvolto”.

Pertanto il ricorso dell’Avvocatura prefigurerebbe, secondo la Procura di Palermo “una vera e propria innovazione normativa dell’art.271 cpp in materia di distruzione di intercettazioni”.

Secondo la Procura “la responsabilità penale del Capo dello Stato non è mai venuta in discussione, nemmeno ipoteticamente, dinanzi ai magistrati di Palermo”. Ed è per questo che, nel giudizio in questione, il tema della irresponsabilità del Capo dello Stato per i reati funzionali, sollevato nel ricorso dell’Avvocatura dello Stato, sarebbe irrilevante.