Tarantini “graziato” a Bari? La procura di Lecce indaga

Pubblicato il 2 Settembre 2011 - 13:30 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Erano semplici millanterie quelle di Tarantini, il procacciatore di ragazze per Berlusconi, quando diceva che alla procura di Bari aveva una sponda? Per la procura di Lecce sussistono motivi per credergli, al punto di avviare delle indagini per fare piena luce sulla lentezza  e i ritardi dei colleghi baresi. L’affaire Tarantini, che coinvolge le istituzioni politiche al massimo livello, con un premier che secondo i magistrati napoletani era sotto ricatto, non risparmia il mondo della magistratura, con giudici che indagano altri giudici e accuse, se provate, gravissime sul piano della credibilità della loro funzione. Basta già, a definire il clima, il fatto che sugli stessi fatti, sono impegnate Milano, Napoli, Bari e ora Lecce.

Proprio a Lecce sono in corso indagini preliminari per verificare eventuali profili di rilievo penale legati all’operato di magistrati in servizio alla procura di Bari in relazione all’inchiesta che riguarda Giampaolo Tarantini, arrestato ieri per ordine del gip di Napoli per estorsione ai danni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi mentre è indagato nel capoluogo pugliese con l’accusa di aver procurato prestazioni sessuali di giovani escort al presidente del Consiglio.

La procura salentina è competente ad indagare per fatti che riguardano magistrati in servizio nel distretto della Corte d’appello di Bari. Non è noto se siano già state fatte iscrizioni nel registro degli indagati.

L’inchiesta e’ affidata al pm Antonio De Donno, il quale oggi si troverebbe a Roma proprio per lo svolgimento di attivita’ legate all’indagine. Nei giorni scorsi la Procura di Lecce avrebbe ricevuto documenti ed intercettazioni telefoniche dai pm di Napoli Vincenzo Piscitelli, Francesco Curcio e Henry John Woodcock che indagano sull’estorsione al premier, reato per il quale hanno chiesto ed ottenuto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere contro Giampaolo Tarantini, la moglie Angela De Venuto e Valter Lavitola.

I primi due sono stati arrestati ieri a Roma dalla Digos di Napoli e sono ora detenuti nel carcere di Poggioreale in regime di isolamento e con divieto di colloqui con i difensori fino all’interrogatorio di garanzia. La misura cautelare nei confronti di Lavitola non e’ stata eseguita perche’ quest’ultimo – secondo quanto egli stesso ha fatto sapere – si trova all’estero per motivi di lavoro