Treni per pendolari: pochi e lenti e ora arrivano pure tagli e aumenti

Pubblicato il 20 Dicembre 2011 - 10:21 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – I pendolari aumentano, i treni diminuiscono, e i prezzi salgono: è il paradosso del trasporto ferroviario italiano fotografato da Pendolaria 2011, rapporto di Legambeinte sui tra sporti in Italia.

Gli italiani che ogni giorno prendono il treno per andare al lavoro e tornare a casa sono due milioni 830mila , in crescita del 7,8 per cento dal 2009. Ma per loro ci sono solo  595,7 chilometri di ferrovie suburbane (contro i 2033 km dei tedeschi) e 176 chilometri di rete di metropolitane (contro gli oltre 618 della Germania).

Se, ammette Legambiente, Mario Monti ha recuperato rispetto al predecessore Giulio Tremonti per quanto riguarda i fondi destinati al trasporto dei pendolari, in Italia gli investimenti maggiori restano riservati alle autostrade, a cui va il 72,1 per cento delle risorse totali e il 61 per cento di quelle regionali.

L’Italia è ultima in Europa anche per quanto riguarda la velocità dei convogli: solo 35,5 chilometri orari, in media, contro i 51,4 della Spagna e i 48 della Germania.

I tagli maggiori sono stati in Veneto, dove è stato cancellato un treno su cinque, nelle Marche (meno 13 per cento), in Liguria (meno 12 per cento), in Abruzzo e Campania (meno 10 per cento)e in Piemonte (meno 5 per cento).

E dove i tagli sono minori ci si rifà sui costi dei biglietti, aumentati  in Lombardia del 23,4 per cento, in Liguria del 20 per cento, in Veneto del 15 per cento e in Piemonte ed Emilia Romagna del 10 per cento.

Le previsioni, poi, non sono certo rosee: se i pendolari sono destinati a crescere, mentre per chiudere i bilanci del 2011 mancano 400 milioni di euro e oltre 200 milioni per il 2012 se si vogliono garantire i treni in circolazione. Nel 2013, invece, per trovare i soldi si parla già di un’accisa.