Trenitalia e le “veline”: solo donne giovani e belle al Freccia Club

Pubblicato il 4 Marzo 2010 - 14:28 OLTRE 6 MESI FA

"Verificheremo le pari opportunità" ha detto la Consigliera della Regione Emilia-Romagna, Rosa Maria Amorevole

Trenitalia è stata accusata di «velinismo». Il motivo? La compagnia ferroviaria ha scelto donne giovani (e carine) come dipendenti del Club Eurostar e ha «invitato» a trasferirsi o ha trasferito in modo coatto ad altre funzioni i loro colleghi uomini o le colleghe più «anziane». La Filt-Cgil si è rivolta allora alla Consigliera della Regione Emilia-Romagna, Rosa Maria Amorevole, «costola» regionale del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali guidato da Maurizio Sacconi, che ha il compito di denunciare le discriminazioni sul posto di lavoro e di riportare le aziende sulla retta via.

E, come previsto dal suo ruolo, Amorevole, formalmente invitata dai sindacati a verificare se Trenitalia si è macchiata di discriminazione di genere colletiva, ha ufficialmente aperto la procedura d’istruttoria. «Quando c’è una segnalazione — spiega Amorevole — attuo la procedura per vedere se si tratta di una discriminazione collettiva. Sto raccogliendo tutti gli atti in modo formale perché come pubblico ufficiale posso poi convocare le parti: una volta in possesso di tutta la documentazione, chiameremo le due parti e faremo un confronto, cercando di superare la questione».

Perché il primo passo della Consigliera di parità, che si erge ad arbitro super partes, in genere è proprio il tentativo di conciliazione. Ma non è detto che sia questo il caso. La legge (la 10 del ’91 che regola le pari opportunità nel lavoro) del resto parla chiaro: la conciliazione non è l’unica strada. O meglio, la Consigliera di parità può anche decidere di non avvalersi di questa procedura. «Le Consigliere di parità regionali — recita il testo — qualora rilevino l’esistenza di atti, patti o comportamenti discriminatori diretti o indiretti di carattere collettivo possono chiedere all’autore della discriminazione di predisporre un piano di rimozione delle discriminazioni accertate entro un termine non superiore a 120 giorni, sentite le rappresentanze sindacali. Se il piano è considerato idoneo alla rimozione delle discriminazioni, la Consigliera promuove il tentativo di conciliazione e il verbale acquista forza di titolo esecutivo con decreto del tribunale in funzione di giudice del lavoro».

Ma se la Consigliera non ritiene di avvalersi della conciliazione, può «proporre ricorso davanti al tribunale in funzione di giudice del lavoro o al tribunale amministrativo regionale». Trenitalia è avvertita. La normativa del ministero del Lavoro non lascia spazio ai dubbi. Se i sindacati produrranno la documentazione che, nel caso dei salottini Eurostar, provi che c’è stata una discriminazione su un gruppo di lavoratori, le Ferrovie potrebbero avere dei problemi. Rosa Maria Amorevole, in quanto pubblico ufficiale, dice che «non intende divulgare alcun tipo di notizia in attesa dell’espletamento della procedura amministrativa», ma non nasconde che «è la prima volta che mi viene presentato un caso di presunta discriminazione collettiva, da quando sono stata nominata come Consigliera dell’Emilia-Romagna: va fatta chiarezza». Di una cosa, per stare sul generale, è comunque certa: «In fatto di pari opportunità — conclude — c’è ancora molto da fare: bisognerebbe iniziare a cambiare davvero». I sindacati restano in attesa. L’azienda sul «caso-veline» non li ha mai convocati nonostante le richieste ufficiali.

Ma presto su Trenitalia potrebbe abbattersi un’altra tempesta: «Moltissimi viaggiatori — dice il segretario regionale della Filt-Cgil Alberto Ballotti — si sono indignati per questa vicenda e stanno per tempestare l’azienda di lettere di protesta per il suo comportamento. La rivolta dei viaggiatori sarebbe la ciliegina sulla torta».