Tridico: “Mia sorella uccisa dal marito”. L’Inps chiude il caso delle orfane di femminicidio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Dicembre 2019 - 18:49 OLTRE 6 MESI FA
Tridico: "Mia sorella uccisa dal marito". L'Inps chiude il caso delle orfane di femminicidio

Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico nella foto Ansa

ROMA – La vicenda paradossale dei risarcimenti chiesti dall’Inps alle figlie di Cristina Biagi uccisa dal padre si conclude, rapidamente e bene per le sorelle. L’intervento del capo dello Stato, degli staff dei ministri interessati, la conferma finale del presidente dell’Inps… E proprio a Pasquale Tridico, al termine di una storia obbligatoriamente kafkiana per l’ottusità necessaria della burocrazia, si deve anche un colpo di scena finale. 

Tridico: “Mia sorella uccisa dal marito”

Incalzato dalle domande del Corriere della Sera, Tridico risponde: “Mia sorella è stata uccisa da suo marito”, un fatto successo “quando io ero ancora ragazzo, e quando omicidi così orribili non si chiamavano ancora femminicidi, non esisteva il termine”.

“Questa storia è paradossale. Non dite mai più che l’Inps è una sanguisuga, non avremmo mai dato esecuzione all’atto”. 

Per una volta, l’agnizione inaspettata, degna di un finale sceneggiato ad arte, non aveva l’intenzione di spettacolarizzare la faccenda. Purtroppo l’assurdità burocratica può avere una sua logica normativa. Il presidente dell’Inps doveva difendere l’istituto, e a quanto pare, sarebbe stato difficile trovare qualcuno più sensibile sulla vicenda delle orfane.

Per una volta possiamo assistere senza tifare o reclamare teste. Le coincidenze esistono, ma non cospirano contro di noi.

Le parole di Tridico

“Era un atto dovuto spiega Tridico – necessario per evitare la prescrizione”, “se non fosse stato emesso prima della prescrizione il responsabile sarebbe stato chiamato a rispondere di danni erariali. Ma noi di questo caso ce ne stavamo occupando da tempo”.

“Era all’attenzione di più uffici della direzione generale con l’Avvocatura della Toscana, in collaborazione con la nostra sede di Massa Carrara”.

“Non so più come dirlo – rincara – era un atto dovuto. E non so più come ripeterlo: quelle ragazze non avrebbero mai pagato quella cifra. Io lo so bene che cosa si prova nella loro situazione. Avevano la nostra massima comprensione”.

“Mia sorella è stata uccisa da suo marito”, un fatto successo “quando io ero ancora ragazzo, e quando omicidi così orribili non si chiamavano ancora femminicidi, non esisteva il termine”.

“Per me mia sorella era ben più di una sorella”, aggiunge, “io sono l’ultimo di sette fratelli, lei era la primogenita. Per me alla fine era una seconda mamma”. (fonti Corriere della Sera, Ansa)