“Moto, il mio pensatoio libero”: Maurizio Costa, manager centauro

Pubblicato il 8 Agosto 2013 - 04:15 OLTRE 6 MESI FA
"Moto, il mio pensatoio libero": Maurizio Costa, manager centauro

Maurizio Costa, dalla Mondadori alla moto

ROMA –  “Moto, il mio pensatoio libero”: Maurizio Costa, manager centauro. La passione per la motocicletta non ha età, fatica e chilometri macinati sono il giusto tributo alla curiosità e al gusto della scoperta. Fuori e dentro di sé. Ne descrive emozioni e ricordi il vicepresidente Fininvest Maurizio Costa, genovese, 65 anni, in una bella intervista al Corriere della Sera per la rubrica Viaggi d’Agosto. In particolare un viaggio di due anni fa tra i fiordi incantati della Norvegia che l’ingegnere (per vent’anni a capo della Mondadori) ha intrapreso con due amici, un cardiologo e un imprenditore. 15 giorni all’anno, ad agosto, tuta, casco e mogli a casa, la mente, sgombra ma accesa, corre insieme ai cavalli del motore.

La curiosità, la ricerca del nuovo sono sempre stati il mio motore privilegiato, particolarmente durante i quasi 20 anni alla guida della prima casa editrice italiana. La moto? Un pensatoio libero e straordinario: molte decisioni importanti per la mia vita professionale le ho prese macinando chilometri in sella. (Corriere della Sera, 7 agosto).

Una solida Bmw Gs 1200 per le lunghe distanze e una scattante Ducati Multistrada Pikes Peak per i tragitti più brevi sono le sue fide compagne d’avventura. Avventura che, accettando di buon grado ostacoli e imprevisti, può felicemente riportare la memoria ai beati giorni degli studi universitari. Come quel viaggio in Norvegia, dove se piove può non smettere più. Ma dove capita di incontrare “folletti” amici con le sembianze di una giovane coppia che ti ospitano a casa loro perché il traghetto che doveva portarlo nel fiordo di Geiranger, il più bello e anche il meno raggiungibile, aveva dato forfait.

Addormentandomi mi sono rivisto a 20 anni con un amico nel viaggio in Olanda, non in moto ma in autostop, nella grande piazza di Amsterdam, monumento alla cultura hippy. Anche lì eravamo arrivati stanchi con la pioggia e l’ostello esaurito. Ma anche lì uno studente ci ha invitato a sistemare il sacco a pelo a casa sua.

La moto dunque come passione, scoperta, apertura mentale. Il dio della curiosità è in tutte le cose. Vengono in mente le parole di Robert Pirsig: “Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore” (Lo zen e l’arte della motocicletta).