India. Tribù indigena foresta Orissa minacciata da miniere

Pubblicato il 2 Marzo 2016 - 18:55 OLTRE 6 MESI FA
Donne Dongria Kondh

Donne Dongria Kondh

INDIA, NEW DELHI – La tribù indigena dei Dondria Kondh che vive in una foresta dello stato dell’Orissa, nell’India orientale, è nuovamente minacciata dall’apertura di miniere di bauxite dopo che due anni fa ha vinto una strenua battaglia legale con il colosso britannico Vedanta.

A dare l’allarme è Survival International, associazione che si batte per la protezione dei diritti delle popolazioni indigene, in un comunicato diffuso mercoledi.

“Con uno storico referendum – si legge – in cui tutti e dodici i villaggi consultati si sono dichiarati contrari, la tribù ha respinto all’unanimità i progetti di Vedanta di scavare una miniera nelle sue colline sacre”. Ma ora “lo stato di Orissa sta cercando di riaprire la questione: chiede infatti il permesso di convocare un altro referendum tra i Dongria Kondh e dare così il via a un’operazione mineraria su vasta scala, questa volta ad opera della statale Odisha Mining Corporation”.

I Dongria Kondh, paragonati alla tribù dei ‘Na’vi’ nel film Avatar, erano minacciati dai progetti della Vedanta Resources, che voleva aprire una miniera di bauxite nelle colline sacre di Niyamgiri. Ma nel 2014 una sentenza della Corte Suprema indiana, tuttavia, lo ha impedito riconoscendo il diritto dei Dongria Kondh a decidere della miniera.

Survival aggiunge che la Vedanta possiede una raffineria di bauxite molto vicino alle colline dei Dongria, “aperta senza aver prima avuto l’autorizzazione a realizzare attività minerarie nell’area”. “Non permetteremo che venga realizzata alcuna attività mineraria a Niyamgiri, costi quel che costi” aveva dichiarato l’anno scorso Mukuna Sikaka, responsabile della comunità di circa 8 mila persone famosa in tutto il mondo per la sua lotta contro la sopravvivenza.

L’associazione chiede alle autorità dell’Orissa di rispettare la decisione dei Dongria Kondh di rifiutare la miniera. “È davvero triste – ha commentato Stephen Corry, direttore generale di Survival International – vedere che le autorità non hanno ancora imparato a rispettare il loro volere”.