“A sangue freddo” nel New Hampshire: ragazzi uccidono per noia

Pubblicato il 6 Gennaio 2010 - 12:16 OLTRE 6 MESI FA

Cristopher Gribble

Lo scenario sembra uscito dal copione di film come “Arancia Meccanica” e “Funny Games” o meglio, ripercorre sinistro la trama del celebre romanzo “A Sangue Freddo” di Truman Capote. Il gelido resoconto stilato dalla polizia del New Hampshire è agghiacciante: quattro ragazzi tra i 18 e i 20 anni, l’ottobre scorso uccisero una donna in una piccola cittadina di 2000 abitanti. Lo fecero per divertimento, non l’avevano mai vista e la scelsero perché viveva in una casa isolata.

Dopo diversi mesi sono stati diffusi i documenti delle indagini. La ricostruzione dell’assalto mostra come siano stati inferti con nonchalance colpi di machete. Uno dei quattro ha dichiarato di essere dispiaciuto che non fosse morta anche la figlia della donna: “Se avessi capito che era viva avrei ucciso anche lei, perché adesso dovrà vivere col pensiero di quello che è successo a sua madre”.
Christopher Gribble, 20 anni, la mente del gruppo, dopo il suo arresto ha raccontato alla polizia che era da molto tempo che desiderava uccidere qualcuno ma si è sentito deluso per non aver provato alcuna emozione dopo l’uccisione lo scorso 4 ottobre della donna Kimberly Cates, sorpresa nella sua casa di Mount Vernon assieme alla figlia Jaimie, di 11 anni, ferita durante l’aggressione.

Gribble fornisce poi una descrizione accurata di quello che successe dopo che lui e gli altri ragazzi entrarono nella casa. La donna dormiva con la figlia nella stessa stanza mentre il marito era in viaggio per lavoro. Entrati in casa dopo aver rotto la serratura, staccarono l’elettricità e si fecero luce attraverso un iPod. Il piano dei ragazzi era semplice, entrare ed uccidere tutti i presenti, solo per puro divertimento.

Così Gribble insieme a Spader, Quinn, e Glover, tutti e 3 di 18 anni, entrarono nella camera da letto dove la donna, svegliata da un rumore, chiese: “Jaimie, sei tu?”. A questo punto Spader attaccò Kimberly Cates con un machete. Jaimie saltò poi sulla madre per aiutarla ma Gribble la colpì sul viso ed in pieno petto con un coltello, cercando di forare il suo cuore e di ucciderla. Gribble ha poi spiegato che dopo averla colpita la scaraventò contro la porta presumendo che fosse morta. Dopo l’attacco i ragazzi perquisirono la casa alla ricerca di oggetti di valore.

Quando un agente di polizia arrivò in casa, vide Jaimie sanguinante che con poche forze disse: “Hanno ucciso la mia mamma”.  A questo punto la bambina fu portata fuori e il corpo di Kimberly Cates fu trovato disteso sul letto, nudo dalla cintola in giù con trauma alla testa. Gribble e Spader e sono stati accusati di omicidio di primo grado, cospirazione per commettere omicidio e tentato omicidio.

Spader è stato accusato di omicidio per aver colpito a morte il corpo di Kimberly Cates tagliandole testa, busto, braccia e gambe. Gribble è invece stato accusato di aver accoltellato la piccola Jaimie, guarita dopo quasi un mese di ospedale. Gli altri tre sono accusati di furto con scasso e cospirazione per commettere furti e rapine.

Nel mese di novembre, poche settimane dopo la strage, un quinto uomo, Autunno Savoia, 20 anni, è stato accusato di aver nel fiume Nashua, oggetti ed abiti usati durante l’omicidio. Anche lui è stato incriminato per aver raccontato alla polizia che Gribble e Spader trascorsero la notte a casa sua. La polizia ha in seguito recuperato gli oggetti gettati nel fiume: un portagioie di legno, scarpe da ginnastica, un portafoglio ed abiti che appartenevano a Spader e Gribble. Tutti rischiano diversi anni di carcere mentre se Spader sarà ritenuto colpevole avrà la pena di morte.