Aerei, mancano i piloti: diventarlo costa, stipendi bassi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Maggio 2016 - 11:32 OLTRE 6 MESI FA
Aerei, mancano i piloti: diventarlo costa, stipendi bassi

Aerei, mancano i piloti: diventarlo costa, stipendi bassi

ROMA – Aerei, mancano i piloti: diventarlo costa, stipendi bassi. L’allarme è globale, vale per gli Usa, l’Asia arrembante e la vecchia Europa: a fronte di una sempre più elevata domanda di mobilità aerea e di una produzione di aeromobili più che raddoppiata a scarseggiare sono i piloti di aerei. Fattori concomitanti nell’ultimo decennio, dall’11 settembre alla crisi economica fino a una età della pensione dei piloti sempre più alta, hanno solo ristretto ancor di più il collo di bottiglia nella formazione di nuovi piloti: accesso alla professione troppo costoso, retribuzioni non all’altezza delle aspettative e del sacrificio iniziale.

Un vero problema, visto che dai 17354 aerei attuali si passerà nel 2034 a 35749. Più del doppio, segnala la Boeing, il più grande costruttore di aeromobili del mondo. Considerando che servono mediamente 12 professionisti abilitati al volo per guidarli, “tra il 2015 e il 2034 serviranno 558 mila tra comandanti e primi ufficiali per i velivoli commerciali”, spiegano gli analisti. Come si è giunti a questa crisi? Prova a rispondere Leonard Berberi sul Corriere della Sera.

Ma come si è arrivati a questa «crisi»? Un po’ per le retribuzioni che non hanno tenuto il passo con l’inflazione. Un po’ — è il caso degli Usa — perché dopo l’incidente del volo Colgan Air 3407 del 2009 (50 morti) — l’autorità federale ha innalzato da 250 a 1.500 le ore di volo necessarie per diventare primo ufficiale.

Negli ultimi tempi, poi, molti sono andati nel Golfo Persico, attratti dagli stipendi e dalla crescita vertiginosa di compagnie come Emirates, Qatar Airways ed Etihad. Altri sono finiti nelle low cost — anche europee — dove i tempi per diventare comandanti sono decisamente più ridotti dei 10-15 anni che servono per un dipendente di British Airways o Air France. Risultato: quei pochi piloti sul mercato si sono concentrati in due blocchi creando uno scompenso e dei veri e propri buchi. «Finirà che i vettori dovranno pagare spazi pubblicitari per invitare i giovani a diventare piloti», scherzano gli esperti. Un po’ come succedeva negli anni Ottanta. (Leonard Berberi, Corriere della Sera)