Blue Whale e il servizio de Le Iene, la storia dei suicidi tra fake news e verità

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Maggio 2017 - 22:03 OLTRE 6 MESI FA
Blue Whale e il servizio de Le Iene

Blue Whale e il servizio de Le Iene

ROMA – Il Blue Whale è una fake news? Un servizio de Le Iene (firmato Viviani) del 14 maggio ha raccontato il fenomeno del Blue Whale (balena blu in italiano). Un gioco che sarebbe nato sui social e che avrebbe coinvolto decine di giovani. Ragazzi che, dopo aver seguito per 50 giorni delle istruzioni assurde e precise da un “curatore”, poi si sarebbero tolti la vita. In Russia nel servizio si parla di almeno 157 suicidi. E Le Iene parlando anche di un possibile caso in Italia, a Livorno.

Ma alcuni da tempo hanno messo in dubbio la veridicità del fenomeno e della notizia. L’Huffington Post in queste ore ha raccolto alcuni articoli e report che parlano apertamente di fake news.

Wired, per esempio, dice che non esistono legami tra i suicidi e il cosiddetto Blue Whale. L’articolo di Wired cita il blog di un avvocato, Anne Collier, che definisce la notizia semplicemente come una bufala.

Secondo il Safe Internet Center il Blue Whale “è un falso sensazionalista rilanciato dai media russi nel maggio del 2016. Dietro la fake news ci sarebbe la volontà del governo russo di limitare, attraverso la paura, l’uso dei social network”.

Il sito Snopes, che cita un report di Radio Free Europe, dice che nessun suicidio è stato mai collegato al Blue Whale.

Il sito Bufale un tanto al chilo ha ricostruito la storia del Blue Whale, tra mito e realtà. Tutto sarebbe nato da un articolo pubblicato su un giornale russo, Novaya Gazeta.

I primi a parlarne di Blue Whale a maggio 2016 sono i redattori della Novaya Gazeta, quasi un anno fa. Su Novaya si racconta che all’interno di  questi gruppi chiusi, sin da ottobre 2015, sarebbe stato fatto circolare questo “gioco” e che il tutto avrebbe portato a suicidi improvvisi.

Secondo l’autore dell’articolo da ottobre 2015 ad aprile 2016 ci sono stati ben 130 suicidi tra i teenagers russi, tutti legati al gioco. Prove? Nessuna.  Quello che è certo è che da quel primo articolo la vicenda piano piano ha fatto il giro prima della Russia, poi del Kazakistan e ora se ne parla anche in USA e Europa.

Per ora c’è un solo arresto legato al fenomeno. Il 22enne russo Philipp Budeikin, il reo confesso studente di psicologia e considerato ideatore del “Blue Whale”, attualmente detenuto in carcere a San Pietroburgo, non ha mostrato alcun pentimento.

“Ci sono le persone e gli scarti biologici. Io selezionavo gli scarti biologici, quelli più facilmente manipolabili, che avrebbero fatto solo danni a loro stessi e alla società. Li ho spinti al suicidio per purificare la nostra società”  ha spiegato il giovane durante un interrogatorio. Parole riportate sempre da Novaya Gazeta. “Ho fatto morire quelle adolescenti, ma erano felici di farlo. Per la prima volta avevo dato loro tutto quello che non avevano avuto nelle loro vite: calore, comprensione, importanza”.

Le Winx e le fatine del fuoco.

Dice nel servizio Viviani: Un altro ” gioco ” è quello di adescare bambine, mandandogli dei messaggi sulla posta, in cui le si incita a diventare come le Winx . Una sorta di ” fatine del fuoco “. Una bambina di 5 anni, è andata in cucina, ha acceso il gas e si è ustionata l’ 80% del corpo.

Spiega Bufale.net:

Anonimi viralizzatori, armati di Photoshop, hanno compilato una immagine macro non dissimile da quella dell’ultima crudele beffa da noi citate in cui si consigliava alle piccole spettatrici di WinX Club, una produzione animata Italiana arrivata in Russia, di dormire tenendo il gas dei fornelli della cucina di casa aperto dopo aver recitato particolari incantesimi per ottenere dei veri poteri magici.

Come purtroppo era prevedibile, essendo il target di WinX Club sostanzialmente composto da bambine in età scolare e prescolare, è accaduto che ci fosse almeno una piccola vittima, Sofia Ezhova, 5 anni, rimasta gravemente ustionata per essere venuta a conoscenza delle istruzioni diffuse dai griefers.

Naturalmente la Rainbow, ditta produttrice della serie animata, si è unita alla polizia locale in una campagna per sanzionare la condotta criminale dei griefers: tipologia umana contro la quale, come ricorderete, noi stessi ci siamo scagliati più volte.