Cina, chiuse le banche illegali. Rivolte agli sportelli contro le truffe

Pubblicato il 4 Gennaio 2012 - 12:03 OLTRE 6 MESI FA

PECHINO – Le banche illegali cinesi hanno chiuso improvvisamente lasciando centinaia di persone allo scoperto. La popolazione è allora insorta, con l’ultima rivolta popolare nell’antica città di Anyang, che conta 5 milioni di persone. Zhang Guangzhi, Segretario del Partito Comunista di Anyang, ha dichiarato in un comunicato: “Il giorno di Capodanno la nostra città è stata teatro di incidenti di massa, da parte di alcune persone che avevano preso parte in investimenti illegali”. La Cina ha contenuto la crisi finanziaria mondiale innescata nel 2008 che ha travolto Stati Uniti ed Europa limitando i prestiti delle banche statali e favorendo gli investimenti pubblici. Provvedimento che ha portato a crescere il fenomeno degli istituti di credito “sotterranei” ed illegali.

Ma la crisi ha raggiunto anche i privati ed ora i cittadini che si erano affidati alle banche illegali sono rimasti scoperti e si sono rivoltati agli sportelli che li hanno truffati. In centinaia dalla città di Anyang hanno cercato di salire sul treno per Pechino, con l’intenzione di rivolgersi allo stato per chiedere aiuto. I manifestanti sono però stati fermati dalle autorità nelle stazioni e 21 persone sono state arrestate. Istituto di credito illegali esistono nell’intera Cina e quello di Anyang rappresenta solo uno dei focolai di tensione pronti ad esplodere: le difficoltà finanziarie in crescita degli imprenditori privati e la crisi del settore immobiliare potrebbero portare a nuove e improvvise chiusure di altre banche illegali, con rivolte inevitabili da parte dei cinesi truffati.