Circo italiano bloccato in Siria: “Fateci tornare a casa, rischiamo di morire”

Pubblicato il 4 Maggio 2011 - 11:20 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Un circo italiano ritrovatosi nel mezzo della rivolta divampata in Siria lancia un Sos al ministro degli Esteri Franco Frattini per poter tornare a casa. ”Fateci tornare a casa…qui non c’è più lavoro e ogni giorno rischiamo di morire”, è l’appello a Frattini del proprietario del circo Embell Riva, Roberto Bellucci – contattato telefonicamente dall’Ansa- a Tartous dove si trova con il resto della famiglia e dei dipendenti del circo.

Una sessantina di persone in tutto inclusi dei neonati. ”Proprio ieri – racconta Bellucci – l’avvocato dell’ambasciata d’Italia a Damasco ci ha detto che da Roma è arrivato il permesso per la partenza di quattro persone. Ma per noi non è la soluzione: o rientriamo tutti o nessuno. E poi ci sono anche gli animali”. Quella del circo italiano è ”una situazione drammatica – denuncia Bellucci – che dura ormai da un mese”. ”L’altra notte – ha raccontato – nei pressi di Homs alcuni dei nostri circensi sono stati minacciati con delle pistole da tre individui in moto a volto coperto mentre era in corso il trasferimento della carovana verso Tartous”, la città portuale della Siria dalla quale salpano le navi della ‘Visemar Line’ per l’Italia e dove ora i circensi si trovano in un campeggio. ”Sono stati momenti bruttissimi”, ci hanno lasciato andare solo quando alla domanda se fossimo inglesi o americani abbiamo risposto: ”siamo italiani, siamo italiani”.

”La situazione qui peggiora di giorno in giorno attendiamo una risposta dalla Farnesina e dall’ambasciata italiana qui in Siria: quando – chiedono i circensi – ci daranno il permesso per ripartire?”.