Consegna del Nobel. Tutto pronto a Oslo e una sedia (vuota) per Liu Xiaobo. A Pechino repressa una manifestazione, parole vietate sul web

Pubblicato il 10 Dicembre 2010 - 09:48 OLTRE 6 MESI FA

Tutto è pronto a Oslo per la cerimonia di consegna del premio Nobel per la Pace 2010 al dissidente cinese Liu Xiaobo, che essendo in una cella dove sconta 11 anni per asserita “sovversione” sarà ovviamente assente.

Al suo posto, una sedia vuota, un simbolo “forte” ma anche “molto triste”, nelle parole della leader democratica birmana Aung San Suu Kyi, Nobel a sua volta nel 1991. Ma quella del 54enne professore cinese non è l’unica assenza: dietro pressioni di vario tipo della Cina, molti paesi hanno deciso di non inviare i propri emissari tra cui – ovviamente – Pechino, ma anche la Russia e l’Iran.

Saranno invece presenti gli Usa, che a Oslo hanno mandato l’ex leader della camera dei rappresentanti Nancy Pelosi. Secondo l’ultimo computo del comitato per il Nobel (la cerimonia si terrà a partire dalle 13 ora italiana di domani), nonostante l’invito diserteranno con diverse motivazioni ufficiali Afghanistan, Algeria, Arabia Saudita, Argentina, Cina, Colombia, Cuba, Egitto, Iraq, Iran, Kazakhstan, Marocco, Pakistan, Russia, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Venezuela e Vietnam. Secondo gli osservatori, la maggior parte di questi paesi ha importanti legami economici con la Cina, e vuole evitare ritorsioni: ad esempio, la Russia, che a fine novembre ha firmato accordi per 8,5 miliardi di dollari in vari settori economici. Il Pakistan ha legami strettissimi con la Cina nel settore difesa, mentre l’Arabia Saudita è il primo fornitore petrolifero di Pechino. Ucraina e Filippine, che inizialmente avevano detto di non voler intervenire, hanno invece detto sì all’invito all’ultimo momento. Paesi dal crescente peso economico e politico, come India, Brasile e Sudafrica, saranno presenti, come la maggior parte dei 65 paesi che hanno un’ambasciata a Oslo.

Intanto, l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Navi Pillay ha lanciato a Ginevra un appello per la liberazione “il più presto possibile” di Liu Xiaobo. “Penso che il caso debba essere riesaminato e che Liu Xiaobo possa essere liberato il più presto possibile – ha detto – E spero che le autorità cinesi possano un riconoscere il contributo di difensori pacifici come Liu Xiaobo allo sviluppo della Cina” Alla vigilia della cerimonia, intanto, il comitato che assegna il premio ha provato a smorzare le tensioni con Pechino. “Non è un premio contro la Cina”, ha assicurato il presidente Thorbjoern Jagland in conferenza stampa, alla vigilia della cerimonia di consegna domani a Oslo, “E’ un premio che onora il popolo cinese”. Il presidente ha detto che al grande progresso economico cinese deve corrispondere un eguale progresso nelle riforme politiche e nell’apertura della società civile, sui quali è opportuno mantenere alta la pressione.

“In larga misura, il futuro del mondo è nelle mani di questo grande paese”, ha notato. Liu, 54 anni, verrà rappresentato da una sedia vuota alla cerimonia. Jagland l’ha definita “un simbolo forte che illustra in che misura il premio a questa personalità sia appropriato”.

PECHINO, MANIFESTAZIONE REPRESSA E’ stata repressa una manifestazione per Liu Xiaobo davanti alla sede delle Nazioni Unite a Pechino. Sul posto sono stati visti arrivare dei mezzi della polizia che ha disperso alcuni manifestanti, non se ne conosce il numero, arrivati sul posto per dimostrare in favore di Liu Xiaobo, nel giorno in cui gli viene assegnato il premio Nobel e in occasione della giornata mondiale dei diritti dell’uomo a Oslo.

PAROLE VIETATE l‘espressione “sedia vuota”, insieme alla parola “Oslo”, è stata vietata sui siti internet cinesi dopo che i blogger locali hanno iniziato a mettere in rete foto di sedie vuote, con evidente riferimento a Liu Xiaobo. Come riporta la France Presse, sul sito Renren, un equivalente cinese di Facebook, se si digitano queste parole compare la scritta “contenuto proibito”.