Gabriele Del Grande, legale: “Ci hanno impedito di vederlo”

di redazione Blitz
Pubblicato il 19 Aprile 2017 - 18:51 OLTRE 6 MESI FA
urchia: giornalista italiano fermato a confine Siria

Gabriele Del grande (Ansa)

ROMA – “Il vice console italiano ad Ankara e il legale turco di Gabriele Del Grande sono andati nel carcere dov’è detenuto il giornalista italiano, ma le autorità turche gli hanno impedito di vederlo”. A dare la notizia, durante una conferenza stampa al Senato in cui gli amici di Del Grande hanno lanciato un appello alle istituzioni perché si mobilitino per la sua liberazione, è il presidente della Commissione per i Diritti umani Luigi Manconi che ha avuto un colloquio telefonico con l’avvocato di Del Grande.

“Non esistono prove o conferme che volesse passare dalla Turchia alla Siria, così come non esiste conferma o prova che egli abbia avuto un colloquio con persone sospettate di terrorismo. Sono bufale che circolano, oltretutto in forma non ufficiale, che mirano a screditare la figura di uno scrittore che stava facendo il suo mestiere” ha aggiunto il presidente della Commissione per i Diritti umani del Senato, Luigi Manconi, nel corso della conferenza stampa.

E della vicenda ha parlato anche Giuseppe Giulietti, il presidente della Fnsi: “E’ una vicenda molto delicata. Noi siamo e saremo strumento di quello che sarà deciso: siamo a disposizione delle scelte dei legali e della famiglia di Gabriele. Credo che in questa fase ogni iniziativa individuale possa essere pericolosa”.

Il segretario dell’Fnsi, Raffaele Lo Russo ha aggiunto: “Ora dobbiamo evitare l’oscuramento. Malgrado quello che alcuni dicono, spegnere i riflettori non è mai un bene. Noi ci uniamo alla vostra iniziativa convinti che una voce unica sia più forte di tante isolate, evitando ogni forma di protagonismo che rischia di essere controproducente. Il nostro lavoro, come Fnsi, è quello di impegnarci per la liberazione di Gabriele come di tutti i colleghi giornalisti stranieri e turchi che ancora sono rinchiusi in galera e non possono fare il loro lavoro”.