Giappone, su internet per rispondere ai quiz universitari: rischia 3 anni di carcere

Pubblicato il 3 Marzo 2011 - 17:18 OLTRE 6 MESI FA

TOKYO – Per diversi giorni è stato il ricercato numero uno della polizia nipponica, che ha mobilitato il colosso della telefonia mobile Ntt Docomo e il portale Yahoo! Japan pur di prenderlo: alla fine lo studente di 19 anni della città di Sendai è stato stanato e arrestato, per aver chiesto aiuto via Internet durante i test di ammissione all’università. L’episodio, che risale al 26 febbraio scorso, ha trovato il suo epilogo dopo il clamore che ha scosso un intero Paese per ”i pesanti interrogativi di natura etica sull’uso del Web”, ha sintetizzato la stampa nipponica, mentre le tv hanno dedicato diversi speciali al caso.

Le prove di ammissione universitaria sono tra le più severe e impegnative che un giapponese possa avere nella sua vita, al punto che ricorre il detto secondo cui superarle ”è come vincere alla lotteria”. Il ragazzo, il cui nome non è stato rivelato perché ancora minorenne secondo la legge nipponica, ha concorso per poter frequentare la prestigiosa Kyoto University e ad altri tre atenei, superando almeno in un caso l’ammissione grazie a risposte simili a quelle postate dagli utenti Internet.

”Ho voluto passare gli esami e ho chiesto aiuto col telefono cellulare”, si è giustificato negli interrogatori. Secondo la polizia, alla fine di indagini partite da una segnalazione anonima, il sostegno lo ha trovato nella sezione di domande e risposte di Yahoo! Japan. E’ probabile che gli venga contestato il reato di ostruzione di attività con mezzi fraudolenti, punibile fino a tre anni di carcere o con una multa fino a 500.000 yen (circa 4.500 euro), per la prima volta in relazione a un esame scolastico. La polizia ha optato per l’arresto a causa del ”rischio di fuga” e per l’impatto che le sue presunte ”cattive azioni” avrebbero avuto sull’opinione pubblica: ”L’esame deve essere equo e non falsato. E’ una prova troppo seria”, ha commentato uno degli investigatori.