Guerra Ucraina, la tortura delle 21 rose: 20 tagli alle mani a ai piedi e l’ultima…

Le violenze su i prigionieri di guerra ucraini raccontati al telefono tra un militare russo e la madre, dove l'uomo racconta la tortura delle "21 rose".

di FIlippo Limoncelli
Pubblicato il 11 Maggio 2022 - 09:37 OLTRE 6 MESI FA
Guerra Ucraina tortura delle 21 rose

Guerra Ucraina, la tortura delle 21 rose: 20 tagli alle mani a ai piedi e l’ultima… (foto ANSA)

Una registrazione audio tra un soldato russo e sua madre è stata resa pubblica dai servizi segreti ucraini. Il soldato racconta atti di tortura nei confronti dei prigionieri ucraini. Atti di incredibile violenza come la tortura delle 21 rose.

Soldato russo racconta le torture agli ucraini 

“Non mi dispiace affatto. Ho ucciso circa 20 uomini, sono molto calmo”. Al telefono, Konstantin Solovyov, un soldato russo inviato a Kharkiv, parla con la madre per darle notizie. Nella registrazione trasmessa dall’esercito ucraino, il soldato racconta di aver preso parte insieme agli ufficiali dell’FSB (Servizio federale per la sicurezza della Federazione russa, organo nato dalla dismissione del KGB) alla tortura di prigionieri di guerra.

Al telefono racconta alla madre della tortura delle 21 rose. “Puoi fare 21 rose sul corpo di un uomo. 20 sulle dita e uno sul pene” dice il soldato chiedendo scusa alla madre per il termine. “Hai mai visto una rosa aprirsi?”. “Sì” risponde la madre da Sovetsk. “È lo stesso. Qualcuno taglia la pelle in modo che appaia la carne, su tutte le dita. E poi lo fai sul pene. Questo è chiamato le 21 rose sul corpo di un uomo” specifica il soldato. Nella telefonata che dura oltre 10 minuti, oltre ai metodi crudeli di tortura, ci sono anche commenti sui prigionieri ucraini.

Le violenze sui prigionieri di guerra raccontati al telefono

L’esperto giornalista Sergej Sumlenny, che ha tradotto e rilanciato parte della conversazione su Twitter, conferma: “Qui non si tratta di eccessi da parte di due sadici. Tutto questo è frutto del lavoro della polizia segreta dell’FSB, come tanti campi di tortura dalla Cecenia alla Siria”.