Libia: Ajdabiya nelle mani degli insorti. Continua la battaglia a Misurata

Pubblicato il 26 Marzo 2011 - 09:01 OLTRE 6 MESI FA

AJDABIYA – La città libica di Ajdabiya è caduta stamani nelle mani degli insorti. Lo riferiscono giornalisti della France Presse sul posto. Gheddafi invece ha nuovamente attaccato Misurata e di tutta risposta gli aerei della coalizione hanno bombardato posizioni delle forze di Gheddafi nelle vicinanze di Misurata, inclusi depositi di armi. Intanto gli Stati Uniti e i loro alleati stanno considerando la possibilità di fornire armi agli insorti libici per aiutarli a sconfiggere le forze del colonnello e Obama si è detto entusiasta delle operazioni fin qui svolte: “E’ stato evitato un bagno di sangue”, ha detto.

Le posizioni delle forze pro-Gheddafi alla porta est della città, colpite ieri dai bombardamenti aerei della coalizione, sono deserte. Non restano che delle carcasse di carri armati bruciati. La città, ormai calma, risuona dei clacson dei mezzi degli insorti, che fanno con le dita il segno “V” di vittoria.

I governativi avevano ripreso Ajdabiya la settimana scorsa, nel corso della loro controffensiva. La città, 160 km a ovest di Bengasi, è la porta d’accesso alla capitale della rivolta. La sua riconquista da parte dei lealisti era stata giudicata da molti il prologo alla sconfitta definitiva degli insorti. L’avanzata dei governativi è stata però bloccata dall’intervento internazionale, iniziato il 19 marzo.

Dopo aver ripreso il controllo della strategica citta’ costiera di Ajdabiya, gli insorti libici puntano ora verso Marsa el Brega, un importante porto petrolifero piu’ ad ovest. Lo afferma l’inviato di Al Jazira, James Bays. L’inviato ha confermato che le forze di Gheddafi sono pero’ ancora posizionate alle porte di Ajdabiya, ad ovest. ”Le forze di opposizione mi hanno detto che potrebbero esserci alcuni governativi nascosti in citta’, forse dei cecchini, e ci dicono di stare attenti”, ha detto Bays, pur assicurando che Ajdabiya ”e’ solidamente nelle mani dei combattenti dell’opposizione”. ”La strada oltre Ajdabiya e’ aperta e gli insorti stanno affluendo lungo la strada… sono in strada e stanno avanzando”, ha riferito l’inviato.

Ajdabiya appare come una città fantasma, devastata dai combattimenti: nonostante gli insorti l’abbiano ripresa, le forze pro-Gheddafi controllano ancora l’ingresso ovest. Lo ha raccontato alla Reuters un guerrigliero ribelle, Sarhag Aguri. “Tutto è stato distrutto la scorsa notte dalle nostre forze – ha detto Aguri -. Ajdabiya è una città fantasma. Ora ci sono solo cadaveri e famiglie che non sanno cosa fare. Siamo in città, ma loro (i governativi, n.d.r.) hanno ancora l’altra porta (quella ovest, n.d.r.)”. Secondo Aguri, gli insorti hanno attaccato le forze pro-Gheddafi di notte all’ingresso orientale e hanno combattuto tutta la notte. Ora a suo dire i combattimenti sono cessati. Stamani i resti della battaglia sono sparsi intorno all’ingresso est, riferisce un altro testimone. Quattro carri armati di Gheddafi distrutti, scatole di munizioni vuote e bossoli sono sparsi fra le dune.

Residenti rapiti dalle truppe governative. Un portavoce degli insorti di Zawiya, città libica vicina a Tripoli ribellatasi a Gheddafi e poi ripresa dalle forze governative, ha detto che le milizie lealiste hanno rapito migliaia di residenti e li hanno portati in località sconosciute. Ibrahim, che è rimasto a Zawiya e non ha voluto che cognome, ha detto per telefono alla Reuters che le forze di Gheddafi «hanno rapito giovani e anziani, chiunque sotto i 50-60 anni, fossero ingegneri o muratori, e li hanno portati in un luogo sconosciuto. Migliaia sono scomparsi da quando quelli hanno preso la città». Le affermazioni di Ibrahim non possono essere verificate perch‚ il governo libico impedisce ai giornalisti l’accesso alla città 50 km a ovest di Tripoli. Un abitante di Zawiya fuggito in Tunisia, Mohsen, conferma la notizia di violenze e rapimenti.

Gheddafi attacca Misurata. Le forze del colonnello libico Muammar Gheddafi continuano ad attaccare Misurata, controllata dai ribelli, mentre e’ di 115 morti, secondo un residente citato dall’agenzia Reuters, il bilancio delle vittime in citta’ nell’ultima settimana. ”Ci sono ancora operazioni in corso da parte delle forze di Gheddafi contro i civili”, ha affermato il residente per telefono, chiedendo l’anonimato. ”Gli uomini di Gheddafi controllano ancora le parti est e ovest delle stazioni di Misurata. Dei cecchini continuano a sparare ai civili. Sono sui tetti dei palazzi alla periferia, abbiamo avuto 115 uccisi la settimana scorsa”.

Da Usa e alleati armi ai ribelli. Secondo il quotidiano statunitense, la Francia vorrebbe addestrare e armare i rivoltosi e l’amministrazione Obama ritiene che la risoluzione dell’Onu che ha autorizzato l’intervento internazionale in Libia sarebbe abbastanza ”flessibile” per consentire tale assistenza, ”se credessimo che questo fosse il modo giusto di procedere”, ha detto il portavoce del presidente Usa, Jay Carney.

E’ una ”possibilità”, ha puntualizzato, secondo il Wp. Gene Cretz, l’ambasciatore Usa in Libia che e’ stato di recente richiamato, ha detto che funzionari dell’amministrazione Obama ”stanno esaminando tutte le opzioni” sulla ”potenziale assistenza che potremmo offrire”, ma che non e’ stata ancora presa nessuna decisione, scrive il giornale.

Obama: “Evitato un bagno di sangue”. “Gli Stati Uniti non possono, e non devono, intervenire ogni volta che c’è una crisi in una parte del mondo”. Lo ha detto il presidente americano Barack Obama nel discorso settimanale. “Ma credo fermamente – ha aggiunto – che quando innocenti sono brutalizzati, quando qualcuno come Gheddafi minaccia un bagno di sangue e quando la comunità internazionale è preparata ad agire insieme, è nel nostro interesse nazionale agire. È nostra responsabilità. E questo”, in Libia, “è uno di questi momenti». In ogni caso, per il capo della Casa Bianca, la missione in Libia è «chiara, mirata e sulla via del successo”.

“Questo sforzo militare è parte di una nostra più ampia strategia per sostenere il popolo libico e far rispondere il regime di Gheddafi delle sue responsabilità” ha anche sottolineato Obama. Che ha aggiunto: “Il nostro messaggio è chiaro e deciso. Gli attacchi di Gheddafi contro i civili devono fermarsi. Le sue forze devono ritirarsi. Chi ha bisogno deve poter avere accesso all’assistenza umanitaria. I responsabili delle violenze devono essere chiamati a risponderne. Muhammar Gheddafi ha perso la fiducia del suo popolo e la legittimità necessaria a governare e le aspirazioni del popolo libico devono essere realizzate”.