Marea nera, la Halliburton e le altre aziende coivolte

Pubblicato il 30 Aprile 2010 - 21:37 OLTRE 6 MESI FA

La Halliburton che fù dell’ex vicepresidente Dick Cheney. Ma non solo. Ecco l’elenco delle aziende coinvolte nell’esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon da cui ha avuto origine il disastro ambientale che sta mettendo in ginocchio la costa meridionale degli Stati Uniti.

– Transocean Ltd – the Zug: si tratta di un’azienda che ha sede a Zurigo, in Svizzera, che aveva la proprietà e la gestione della piattaforma Deepwater Horizon, entrata in funzione nel 2001.

– Bp Plc – È la compagnia petrolifera britannica che ha affittato la piattaforma al prezzo di mezzo milione di dollari al giorno.

– Anadarko Petroleum Corp – Si tratta di un altra azienda petrolifera con sede a Houston, Texas, a cui apparteneva il 25 per cento della produzione del pozzo, senza però aver ruoli operativi.

– Cameron International Corp – Un’altra azienda di Houston che forniva i pezzi di ricambio alla piattaforma e soprattutto i macchinari in grado di prevenire gli scoppi e le fughe incontrollate di gas o di petrolio. Appartengono proprio a questa compagnia le strutture che avrebbero dovuto evitare l’incidente chiudendo il pozzo e evitando così l’esplosione e la conseguente fuoriuscita di petrolio in mare.

– Halliburton Co – È la compagnia americana più conosciuta al mondo nel settore dei servizi al settore petrolifero. Il suo quartier generale è a Dubai e a Houston. È famosa perché il suo amministratore delegato, negli anni ’90, era Dick Cheney, diventato poi vicepresidente degli Stati Uniti con George W. Bush. Ha curato i lavori di cementificazione della piattaforma, un processo che serviva a impedire perdite di greggio e gas naturale attraverso il riempimento dell’intercapedine tra l’esterno del tubo di trivellazione del pozzo e l’interno del buco scavato nel fondo dell’oceano. Nel caso della Deepwater il personale della Halliburton aveva finito di pompare il cemento nel pozzo poco prima dell’esplosione.

Le agenzie di vigilanza sull’industria estrattiva hanno da tempo identificato la cementificazione come un processo pericoloso perché in grado di provocare uno scoppio nel caso in cui petrolio e gas naturale risalgano sul pozzo con potenza esplosiva.

Se nel cemento si producono crepe, o se il lavoro di cementificazione non è ben fatto, petrolio e gas possono sfuggire di controllo ed, essendo altamente infiammabili, possono prendere fuoco. Potrebbe essere successo proprio questo sulla Deepwater. Lo stabilirà l’indagine governativa annunciata da Barack Obama alla Casa Bianca.