Mauritania. Un siciliano nelle mani di Al Qaeda

Pubblicato il 19 Dicembre 2009 - 16:56 OLTRE 6 MESI FA

Si chiama  Sergio Cicala è siciliano e vive a Carini. Con lui è stata rapita  la moglie, Filomen Kaboureee, 39 anni, nata nel Burkina Faso e con cittadinanza italiana. A confermarlo ai microfoni del Tg2 la figlia Alexia che con un toccante appello ha chiesto al ministro degli Esteri Frattini di avviare «urgentemente i contatti con i sequestratori» per sapere «le condizioni di salute di mio  padre e di sua moglie».

La coppia è stata sequestrata nella notte da un gruppo di uomini armati sulla strada che unisce la città di Kobeny (a circa 1.000 chilometri a sud-est da Nuakchot) con il Paese vicino, il Mali. Secondo fonti della sicurezza e dell’amministrazione locale mauritana, i due sarebbero caduti in mano della rete terroristica Al Qaeda nel Maghreb Islamico, che ha già rivendicato il sequestro di tre cooperanti spagnoli, sempre in Mauritania, alla fine di novembre.

Secondo un diplomatico del Mali, la coppia viaggiava su un pullmino con targa italiana tra la città mauritana di Ayoun e Kayes, in Mali occidentale, diretta verso il Burkina Faso; ed è stata sequestrata da uomini armati in Mauritania, a pochi chilometri dal confine con il Mali. «Il veicolo, i bagagli e i loro valori sono stati ritrovati sulla scena», ha detto il diplomatico. Un’altra fonte mauritana ha aggiunto che il minibus è stato ritrovato vuoto, con i pneumatici bucati e colpi di proiettile su un lato.

Attualmente, oltre alla coppia di italiani, i terroristi hanno nelle loro mani il francese Pierre Camatte, 61 anni, catturato il 25 novembre in un hotel della città di Menaka, in Mali, e i tre cooperanti che lavoravano per l’ong Barcelona Acciò Solidaria, rapiti il 29 novembre in Mauritania.

Nel gennaio scorso, quattro turisti europei (una coppia svizzera, una settantenne tedesca e un britannico) furono sequestrati alla frontiera tra Mali e Niger; al Qaeda liberò la coppia il 21 aprile e la tedesca il 12 luglio; il 3 giugno annunciò invece di aver assassinato per la prima volta un occidentale, il turista britannico Edwin Diyer: i terroristi sostennero che l’esecuzione era dovuta alla decisione del governo britannico di non liberare lo sceicco Abu Qutaba, un ideologo di Al Qaeda. Ma secondo fonti mauritane, Londra invece non aveva voluto pagare.