Mo. Fuga da Gaza, il conflitto si allarga, il papa: ”fermatevi”

Pubblicato il 14 Luglio 2014 - 14:38 OLTRE 6 MESI FA
Mamma con bambino cerca rifugio a Gaza

Mamma con bambino cerca rifugio a Gaza

ISRAELE, TEL AVIV -Il conflitto a Gaza s’intensifica e il bilancio si aggrava: circa 170 palestinesi morti e più di 1100 feriti mentre Hamas rivendica ancora razzi su Israele, Tel Aviv compresa e fino a Haifa, all’estremo nord del Paese. Nella Striscia è fuga di massa dalla zona nord, dove la gente ha abbandonato con ogni mezzo le case prima dei nuovi bombardamenti annunciati da Israele.

persone – mentre la comunita’ internazionale accelera gli sforzi per un cessate il fuoco e papa Francesco rivolge un appello accorato a interrompere le ostilità – si sono rifugiate nei centri di accoglienza dell’Onu, lasciando una spettrale Beit Lahya da dove, secondo Israele, arriva un buon numero di razzi.

Una posizione che sembra andare incontro al concetto di ‘calma in cambio di calma’ evocato da Netanyahu prima della crisi, anche se oggi il premier è sembrato insistere sulla linea dura ammonendo che l’operazione Margine Protettivo potrà ”richiedere tempi lunghi”. ”Continueremo ad operare con forza – ha incalzato – in modo da riportare la quiete”. Israele resta fortemente determinato su questo punto, tanto che il presidente uscente Shimon Peres, una ‘colomba’ rispetto a Netanyahu, ha messo a sua volta in guardia che ”non ci puo’ essere compromesso con il terrorismo”. Da lunedi Gerusalemme e Ramallah in Cisgiordania diventeranno tuttavia la prima linea degli sforzi di mediazione internazionale, con le visite del ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier e della sua collega Federica Mogherini.

Quest’ultima, l’Italia al timone del semestre di presidenza dell’Ue, ha sottolineato oggi che ”serve una tregua immediata”. Il premier Matteo Renzi ha del resto affermato che occorre ”fermare gli estremisti” per avvicinare una soluzione che garantisca a un tempo ”la sicurezza d’Israele” e ”il diritto alla patria del popolo palestinese”. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, ha denunciato per bocca di un portavoce i “troppi civili palestinesi uccisi” dai raid, parlando di situazione che si sta “aggravando” e condannando i lanci di razzi contro Israele, ma anche l’ipotesi di “un’offensiva di terra” dello stato ebraico nella Striscia.

Il presidente Abu Mazen nelle stesse ore ha chiesto all’Onu di mettere la ”Palestina sotto la sua protezione”, denunciando la portata dell’azione militare israeliana sulla Striscia di Gaza. E papa Francesco – protagonista della preghiera di pace in Vaticano di giugno con lo stesso Abu Mazen e con Peres – ha rivolto all’Angelus ”un accorato appello”, esortando ”le parti e tutti quanti hanno responsabilità politiche a livello locale e internazionale in Terrasanta a non risparmiare la preghiera e a non risparmiare alcuno sforzo per fare cessare ogni ostilità”.

A Parigi, invece, una manifestazione di protesta contro i raid israeliani analoga ad altre in giro per il mondo (migliaia in piazza) è degenerata in tafferugli con la polizia francese. Nell’attesa di uno sblocco positivo e’ d’altronde il linguaggio delle armi a parlare: a Gaza i raid dell’aviazione israeliana si sono susseguiti quasi senza sosta (tre morti ancora nella notte). Durante la scorsa notte a Sudanya, sulla costa nord della Striscia, i commando dell’unità d’elite della marina ‘Shayetet 13′ (Flottiglia 12) sono entrati inoltre in azione per la prima volta sul terreno colpendo lanciatori di razzi ed entrando in contatto con i miliziani di Hamas. Quattro soldati sono stati leggermente feriti ma l’operazione – ha detto il portavoce – e’ riuscita.

Hamas, dall’altra parte, sostiene viceversa di aver sventato l’incursione. Tutt’altra storia la fuga della popolazione, messa sull’avviso dall’esercito, che ha riempito i centri di accoglienza Onu dell’Unrwa prima che Israele bombardasse la zona. Sullo Stato ebraico, nel frattempo, i razzi caduti solo domenica sono stati piu’ di 70 ai quali vanno aggiunti i 12 intercettati dall’Iron Dome (per un totale di oltre 700 in una settimana). E nella notte altre sirene e altri intercettamenti nella zona di Ashqelon, ma anche nel nord d’Israele, bersaglio come due giorni fa di lanci dal territorio libanese.

Non avrebbe invece a che fare con il conflitto di Gaza il razzo lanciato – forse da jihadisti locali – su El Arish, nel Sinai egiziano, dove si contano almeno 3 morti e 22 feriti. La difesa antimissili di Israele e’ diventata in ogni modo protagonista di questa guerra, asimmetrica nel numero delle vittime proprio grazie alla ‘Cupola di ferro’. Una guerra che oltre a essere combattuta è raccontata su facebook e whattsapp in una miriade di messaggi – veri in parte, talora falsi – che narrano l’incubo in presa diretta.