Siria, Putin boccia le prove Usa e aspetta Obama al G20

di Claudio Salvalaggio
Pubblicato il 2 Settembre 2013 - 23:25 OLTRE 6 MESI FA
Il presidente russo Vladimir Putin

Il presidente russo Vladimir Putin

MOSCA, (ANSA) – Le prove fornite dagli Usa sull’uso di armi chimiche da parte di Damasco “non convincono assolutamente” Mosca: è con questo bigliettino da visita tirato fuori dal capo della diplomazia russa Serghiei Lavrov che la Russia si prepara ad accogliere Obama giovedì al G20 di San Pietroburgo, il primo a presidenza russa.

Ma anche il primo dove i tradizionali temi economici sono già oscurati dalla politica internazionale: anche se non è in agenda, la crisi siriana aleggia come uno spettro su tutto il vertice. E’ stato lo stesso Putin nei giorni scorsi a proporre di usare il G20 come ”piattaforma” per discutere il problema. Un’occasione d’oro per mettere all’angolo l’esitante presidente Usa dopo l’isolamento internazionale in cui si e’ venuto a trovare di fronte alla decisione di colpire anche senza consenso Onu il regime siriano per l’uso delle armi chimiche, con l’inattesa ‘defezione’ della Gran Bretagna.

E un palcoscenico unico per prendersi qualche rivincita dopo che Obama ha annullato il bilaterale a Mosca per la vicenda Snowden, la talpa del Datagate che ha ottenuto asilo politico in Russia. Meno di tre mesi fa, al G8 irlandese, era Putin a trovarsi isolato per il suo indefesso sostegno ad Assad e Obama si permetteva di paragonarlo ad un ”bambino annoiato in fondo alla classe” per il suo atteggiamento svogliato durante i colloqui.

Ora è il suo momento, e Putin può ironizzare rivolgendosi ad Obama come ad un ”laureato con il Premio Nobel per la pace” che vuole fare la guerra senza prove e ignorando le possibili conseguenze sui civili. Gia’, perche’, come ha ricordato oggi Lavrov nel suo tradizionale incontro con gli studenti e i docenti della prestigiosa Universita’ Mgimo, quelle americane non sono ‘prove’. ”Ci hanno mostrato qualche immagine dove non c’e’ nulla di concreto: ne’ carte geografiche ne’ nomi, ci sono numerose incongruenze, moltissimi dubbi”, ha spiegato.

”Quello che ci hanno fatto vedere in passato e più recentemente i nostri partner americani, come pure i britannici e i francesi, non ci convince assolutamente”, ha proseguito. ”E quando si chiedono ulteriori dettagli, dicono che tutto e’ segreto e che non possono mostrarlo”, ha aggiunto, ammonendo che Mosca e Pechino sono ”esclusivamente per soluzioni diplomatiche” e contro ”il ritorno al linguaggio degli ultimatum”. Putin ritiene una ”assurdita’ totale” accusare Damasco di aver usato i gas nocivi ed e’ convinto che si tratti di una ”provocazione” dell’opposizione siriana. Attaccare, a suo avviso, significherebbe ripetere gli errori del passato: Afghanistan, Iraq, Libia, dove non c’e’ ”ne’ pace ne’ democrazia”.

Al momento non sono previsti incontri tra Putin e Obama a margine del G20 ma si tratta dell’ultima occasione per i due leader di discutere a quattr’occhi prima del voto sullo ‘strike’ chiesto dal presidente Usa al Congresso, che tornera’ dalle ferie il 9 settembre. Un voto sul quale Mosca vorrebbe tentare di interferire: proprio oggi i presidenti dei due rami del parlamento russo hanno proposto un dialogo tra i parlamentari russi e americani sulla Siria, anche mandando una delegazione in Usa. E Putin ha benedetto l’iniziativa.