Usa. Sale attesa imminente pronunciamento Corte Suprema su nozze gay

Pubblicato il 24 Giugno 2013 - 13:07 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON, STATI UNITI – Sale l’attesa per il pronunciamento della Corte Suprema americana sulle nozze gay. Una decisione potrebbe arrivare gia’ la lunedi’ o giovedi e gli Stati Uniti si preparano a quella che potrebbe essere una svolta storica: i nove giudici hanno all’esame la Proposition 8 della California che mette al bando le nozze gay ma anche il Defense of Marriage Act, la legge federale che sancisce come il matrimonio sia solo quello fra uomo e donna, impendendo cosi’ di estendere i benefici alle coppie omosessuali sposatesi nei 12 Stati americani dove e’ consentito.

Se per molti omosessuali il fatto che il tema delle nozze fra lo stesso sesso sia approdato davanti alla massima istituzione americana e’ gia’ un successo, molti invece attendono e sperano nella svolta storica dopo le udienze di marzo, che hanno mostrato si’ cautela da parte dei giudici ma anche aperture da parte dei saggi di nomina conservatrice. Anche se la Corte Suprema potrebbe decidere di ”non decidere” su nessuno dei due casi – afferma il Wall Street Journal – un suo pronunciamento su uno dei due temi o su tutti e due aiuterebbe i sostenitori delle nozze gay, anche se non si tradurrebbe nel riconoscimento auspicato dei diritti fondamentali.

Le udienze di marzo lasciano pero’ ben sperare chi vuole che i diritti dei gay siano riconosciuti. La maggioranza dei giudici, infatti, ascoltando le argomentazioni delle varie parti si e’ mostrata dubbiosa sulla costituzionalita’ del Doma (Domestic Marriage Act) , la legge firmata nel 1996 dall’ex presidente Bill Clinton che, ora, ne prende invece le distanze. L’amministrazione Obama ritiene il provvedimento incostituzionale. Cinque dei nove saggi hanno espresso dubbi sulla costituzionalita’ della norma, sollevando perplessita’ sul fatto che sia la legge federale a dover dare una definizione di matrimonio.

Definizione che dovrebbe spettare ai singoli stati, perche’ il Doma ”nel definire matrimonio quello fra uomo e donna rischia di essere in contrasto con le leggi statali” ha detto il giudice di nomina repubblicana Anthony Kennedy, schierandosi di fatto con i quattro colleghi liberal e facendo cosi’ pendere l’ago della bilancia dalla parte di chi vuole abrogare o riscrivere la norma.

Una decisione in quest’ultimo senso non si tradurrebbe in un riconoscimento delle nozze a a livello nazionale ma ammetterebbe il riconoscimento anche a un partner omosessuale dei diritti riconosciuti all’interno del matrimonio tradizionale. Appare piu’ complessa la questione della ‘Proposition 8′: l’orientamento emerso dopo l’udienza e’ quello di un compromesso, ovvero bocciare la norma per ragioni procedurali ma non per incostituzionalita’.