Usa, sì ai videogiochi ai minorenni anche se violenti

Pubblicato il 27 Giugno 2011 - 17:01 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK –  No a limiti nelle vendite dei videogiochi ai minori: perché le gang losangeline di Grand Theft Auto non sono più feroci del Lupo Cattivo o della Strega di Biancaneve, due personaggi di spicco delle favole dei fratelli Grimm. E’ questa una delle motivazioni che ha spinto la Corte Suprema degli Stati Uniti a decidere, con un’ampia maggioranza (sette voti a favore e due contrari) che le vendite di videogiochi violenti a minorenni non possono essere impedite come suggeriva la California. Si tratterebbe infatti di una violazione del primo emendamento della Costituzione Usa, quello che garantisce la libertà di espressione.

In una delle sentenze più attese dell’anno, resa pubblica subito prima della pausa estiva, la Corte Suprema ha respinto la legge messa a punto dalla California nel 2005, ma non ancora entrata in vigore, in base alla quale sarebbero state imposte multe fino a 1.000 dollari in caso di vendita di videogiochi violenti a ragazzi con meno di 18 anni.

Nel suo parere di 18 pagine, il giudice Antonin Scalia, considerato molto conservatore, ricorda che ”non c’è mai stata in questo paese la tradizione di limitare in modo specifico l’accesso dei bambini alle descrizioni di violenza”, aggiungendo poi che ”come i libri, le rappresentazioni teatrali e i film, i videogiochi comunicano idee. Il primo emendamento stabilisce che il governo non ha poteri per limitare l’espressione a causa dei suoi contenuti”.

Scalia è convinto che il potere di censura spetti esclusivamente ai genitori. ”Vorrei ricordare – ha detto oggi il giudice di origini italiane – che alcuni libri destinati ai nostri figli, o che leggiamo loro quando sono giovani, sono molto cruenti. Le favole dei fratelli Grimm, per esempio, sono particolarmente spietate”.

Con l’eccezione del giudice Stephen Breyer, i ‘liberal’ hanno votato con Scalia, tra cui le tre donnne Ruth Bader Ginsburg, Sonia Sotomayor e Elena Kagan. Pur accettando la tesi della maggioranza, i due giudici conservatori John Roberts, il presidente, e Samuel Alito, hanno salutato gli sforzi avviati dalla California per affrontare un problema sociale serio come quello della violenza dei videogiochi. L’ultimo giudice conservatore, Clarence Thomas, ha infine votato contro perché sostiene che i minori non hanno diritto alla libertà di parola.

La sentenza è stata ovviamente salutata dall’industria del settore, che ha un fatturato di circa 10 miliardi di dollari l’anno, secondo cui l’attuale sistema di autocensura (con bollini che sulle confezioni segnalano la violenza nel videogioco), e’ sufficiente ed appropriato.

Una delle prossime sentenze della Corte, sempre sul primo emendamento, riguarderà la nudità e le parole oscene in televisione, e cioè se il governo ha l’autorità di censurare il contenuto delle trasmissioni tv. L’esito non è affatto scontato, perché negli Usa i capezzoli scoperti spaventano ed infastidiscono piu’ dei cadaveri sanguinolenti crivellati di pallottole.