Filippo La Mantia chiude il ristorante di Milano per la pandemia. “Ma non è un addio, è un arrivederci”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Febbraio 2021 - 14:49 OLTRE 6 MESI FA
Filippo La Mantia chiude il ristorante di Milano per la pandemia. "Ma non è un addio, è un arrivederci"

Filippo La Mantia chiude il ristorante di Milano per la pandemia. “Ma non è un addio, è un arrivederci” (Foto Ansa)

La pandemia e i lockdwon per coronavirus fanno chiudere anche il ristorante dello chef stellato Filippo La Mantia. 

Il cuoco palermitano residente a Milano ha dovuto cedere nonostante le misure adottate dal governo per aiutare i ristoratori, misure che lo chef ha definito “inutili”. 

“Tutte le chiusure, le riaperture, le restrizioni, le messe in sicurezza, i centinaia di migliaia di euro spesi per sanificazione, distanziamento non sono serviti a niente”, l’amaro commento di La Mantia in una intervista a TgCom24.

“Ho dovuto chiudere un’azienda di 45 dipendenti in duemila metri quadrati, che andava bene fino a febbraio 2020 e che aveva avuto una buona riapertura, perché le spese sono diventate insostenibili senza più eventi”, ha spiegato La Mantia, che lo scorso 31 gennaio ha abbassato definitivamente le saracinesche del suo ristorante in piazza Risorgimento a Milano, il ‘Filippo La Mantia, oste e cuoco’, aperto nel 2015. 

Il messaggio sul web

In un messaggio postato sul sito del suo ristorante milanese, La Mantia rivolge un appello:

“Ciao. Mi rivolgo a tutti Voi: clienti, amici, conoscenti, passanti, ammiratori e detrattori; critici ed entusiasti che, insieme alla città di Milano, avete reso possibile il “mio” progetto, realizzato con grande volontà e un pizzico di pazzia, di scoprire insieme le tradizioni della cucina siciliana, ripensate in chiave moderna. Il 2020 ci ha reso vulnerabili, deboli, attaccabili e consapevoli di quanto sia fragile la nostra società. La pandemia ha portato via tantissime vite, cose, energie e lavoro. Ma noi ci siamo rimboccati le maniche e, salute permettendo, abbiamo investito in protezione e sicurezza, per essere presenti nei mesi in cui si poteva aprire; se da un lato, abbiamo incrociato l’angoscia, dall’altro abbiamo conosciuto sguardi che forse prima non notavamo, perché attratti dai sorrisi. Ora scopro sguardi che emergono da una mascherina che vuole proteggere noi e gli altri. Sguardi di affetto e di protezione, anche per me. Ma nonostante il vostro grande e costante supporto, non riesco a portare avanti un’attività così importante e complessa, che si nutriva e si nutriva di eventi, cene private e grandissimi e affollatissimi buffet domenicali. Come forse già sapete, ho perciò deciso di chiudere l’attività di Piazza Risorgimento. Questo per fortuna non è un addio, ma solo un arrivederci a presto. (…)  Risolte tutte le beghe amministrative e burocratiche che ogni chiusura comporta, ci ritroveremo in un nuovo luogo, sempre a Milano, a raccontarci quello che è stato e quello che sarà. Vorrei ringraziarvi tutti ed abbracciarvi per quello che mi avete dato e per tutto quello che mi avete permesso di darvi in questi 6 anni. Un grazie speciale, infine, alla ‘mia’ brigata (…) Con grande affetto”. 

Chi è Filippo La Mantia

Nato in Sicilia il 26 settembre del 1960, Filippo La Mantia si è laureato in Architettura e ha poi intrapreso il lavoro di fotoreporter di cronaca nera.

Nel 1986 è stato accusato (accuse poi rivelatesi infondate) di aver partecipato all’omicidio del vicequestore Ninni Cassarà ed è finito in carcere per 7 mesi. Proprio in carcere ha iniziato a cucinare e non ha più smesso. 

Filippo La Mantia ha due figli: Carolina, nata dal matrimonio con Stefania Scarampi, e Andrea, avuto dalla food blogger Chiara Maci, con la quale fa coppia fissa dal 2016.