Mercato del vino, la Valpolicella sugli scudi con Ripasso e Amarone

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Aprile 2020 - 06:51| Aggiornato il 25 Maggio 2020 OLTRE 6 MESI FA
Mercato del vino, la Valpolicella sugli scudi con Ripasso e Amarone

Mercato del vino, la Valpolicella sugli scudi con Ripasso e Amarone

La Valpolicella è stato uno dei territori più premiati dal mercato del vino nel 2019: il pilastro rossista del Veneto, infatti, ha fatto registrare lo scorso anno un giro di affari totale intorno ai 350 milioni di euro. Mentre il 2018 era stato un anno complicato, nel 2019 la situazione ha visto un cambiamento di marcia in positivo, con le esportazioni che sono ripartite: la sola eccezione è rappresentata da alcune ombre negli Stati Uniti, ma si tratta di piccole falle che non oscurano il bilancio roseo.

A maggior ragione se si tiene in considerazione il fatto che la competizione è decisamente salite sulle piazze estere, in un contesto che è stato contraddistinto anche dalle guerre commerciali da un lato e dalle congiunture negative dall’altro lato.

L’impatto della pandemia da coronavirus sul mercato del vino

Prima che l’emergenza sanitaria del coronavirus provocasse un inevitabile rallentamento, dunque, il mercato del vino guardava al futuro con ottimismo: ecco perché è lecito attendersi che, una volta che l’allerta sarà terminata, la locomotiva possa riprendere a viaggiare a pieno ritmo.

Fino a poche settimane fa, in Valpolicella il principale traguardo che ci si prefiggeva di raggiungere riguardava la necessità di lavorare sul prezzo medio. In effetti lo scorso anno l’aumento dei volumi esportati è stato superiore al 7%, mentre la crescita del valore si è fermata al 4%: numeri comunque positivi, ma che mettono in evidenza, appunto, l’esigenza di intervenire sui prezzi.

Igino Accordini, Vigna Valpolicella

Il Ripasso e l’Amarone

È stata molto equilibrata e davvero consistente la crescita del Ripasso, che è aumentato di quasi il 9% per il volume e di quasi il 10% per il valore; una lieve sofferenza si è riscontrata, invece, per il Valpolicella, per il quale si è ravvisato un calo di volume dell’1%, a fronte di una crescita di valore dello 0.7%. il mercato casalingo resta ancora quello più importante, ed è proprio da qui che giungono le notizie migliori per l’Amarone, che in Italia cresce di quasi l’8% per il volume e di quasi il 7% per il valore.

Le prospettive per il futuro

Tra l’altro, in un futuro prossimo sarà importante lavorare ancora più a fondo sui disciplinari, allo scopo di incrementare la loro qualità. Tra gli altri ambiti che richiederanno un intervento deciso, poi, ci sono quelli della sostenibilità e della promozione, come testimoniato dal protocollo Riduci, Risparmia, Rispetta.

Per l’Amarone il mercato dello scorso anno, con un fatturato di 350 milioni di euro, ha visto un leggero calo dell’incidenza delle esportazioni in proporzione al fatturato, che è stato bilanciato da un aumento della domanda in Italia. Per quel che riguarda l’estero, invece, si può parlare di una crescita globale, che ha interessato sia molte aree emergenti che le tradizionali destinazioni di sbocco.

Amarone Igino Accordini - Cantina Vitivinicola

Le esportazioni all’estero

Così, nella top ten dei buyer si ritrova il Giappone, saldo in nona posizione in virtù di una crescita pari al 15%. È aumentato del 20% il valore delle esportazioni in Danimarca, con Copenaghen che si colloca in sesta posizione, mentre la crescita del Canada è stata del 5%. Stessa percentuale per la Cina, in ottava piazza: e ciò è ancora più positivo se si pensa che gli ordini di vino europeo da Pechino si sono ridotti.

La Germania vale più del 16% delle vendite totali nei Paesi stranieri: il mercato tedesco ha fatto registrare, tra il 2018 e il 2019, un aumento delle vendite del 6%. Dietro la Germania, che è al primo posto, ci sono gli Stati Uniti, a dispetto di un calo del 2%, mentre sul terzo gradino del podio si colloca il Regno Unito, con una quota di mercato superiore al 12% e una crescita del 18%. A completare la top five ci sono la Svizzera, che tuttavia è in calo del 6%, e la Svezia, che cresce del 18%.

Il vino Igino Accordini Amarone della Valpolicella è ormai una realtà consolidata da lungo tempo: l’etichetta Accordini Igino, infatti, è una di quelle che si collocano ai primi posti per le esportazioni di Amarone della Valpolicella in Cina. Nella terra di Mao il business del mercato riguarda qualcosa come 1 milione di vini differenti: ecco perché quello cinese è il giro di affari più grande a livello mondiale, superiore sia a quello italiano che a quello americano.

Il nostro Paese, però, è leader mondiale per ciò che riguarda la produzione e la distribuzione locale, e un ruolo di primo piano da questo punto di vista è proprio quello svolto da Igino Accordini.

Accordini Igino Amarone della Valpolicella

Guardare al futuro dopo il coronavirus

Nel frattempo le imprese del vino hanno dovuto fare i conti, come le aziende di tutti gli altri settori economici, con le limitazioni causate dal diffondersi del coronavirus. Per i lavori di ufficio e di amministrazione, per esempio, si è optato là dove possibile per lo smart working, anche grazie a una nuova programmazione delle turnazioni e delle ferie. Le attività, insomma, continuano a mostrarsi vive, tenendo conto che le spedizioni non si sono certo bloccate.

I consumi di vino sono fermi solo nell’horeca, infatti, ma le enoteche, le aziende dell’indotto (come ad esempio Coravin) e la grande distribuzione organizzata continuano a essere operative per effetto dei consumi domestici. In campagna, poi, non ci si può bloccare: ovviamente i lavoratori adottano tutte le precauzioni necessarie per tutelarsi, ma le potature e le altre operazioni di stagione fra i filari devono proseguire. Lo stesso discorso vale, poi, per i rimontaggi e i travasi in cantina.

L’aiuto delle banche

Sono già iniziati i contatti con le banche alla ricerca di soluzioni che assicurino la liquidità di cui si ha bisogno, non solo nella fase di crisi attuale ma soprattutto in seguito. Non si spedisce più vino alle attività di ristorazione, mentre si prova a dialogare con la clientela affinché non si blocchino i flussi commerciali.

Insomma, prima della pandemia il mercato del vino andava bene, e tutto lascia pensare che al termine dell’emergenza si potrà ritrovare quel percorso positivo avviato: ci sarà bisogno di tempo, ma si potrà fare.

Amarone della Valpolicella