Nuova Grande Depressione: 46 milioni di poveri, Usa come il Terzo Mondo

Pubblicato il 22 Settembre 2011 - 12:19 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON – Nelle ultimissime classifiche hanno perso il primato ma gli Stati Uniti per decenni sono stati il Paese più ricco del mondo e ancora sono il faro per tutte le economie mondiali. Questo Paese, possiamo dire, in realtà è messo peggio di noi italiani. Magra consolazione una guerra tra poveri, ma qui si parla di miseria, miseria nera, guardando anche alla composizione etnica dei più sfortunati. Gli ultimi numeri fanno rabbrividire gli osservatori: i poveri in America, quelli che arrancano per campare, sono 46 milioni su una popolazione di circa 310 milioni. Il 15% del totale. Per carità, in Italia la percentuale si aggira intorno al 24%, ma il nocciolo sta nelle differenze sociali paurose che negli Stati Uniti separano ricchi e poveri, numeri che hanno riportato il Paese a un livello di sviluppo pre-anni Sessanta.

Oggi il dipendente maschio medio americano guadagna 48mila dollari annui (erano 50.582 nel 2009 e 52.906 nel 1999)  e ha il potere d’acquisto che aveva nel 1969. Ma basta andare a spulciare tra chi guadagna invece 100mila dollari. Lì il potere d’acquisto è tornato a livelli pre-crisi, a prima del 2008. Saliamo ancora, vediamo i paperoni che costituiscono il 2%  della popolazione: rispetto al ’69 loro hanno invece visto aumentare i guadagni del 75%. Al gradino più alto di questa piramide troviamo i 400 più ricchi segnalati da Forbes: loro, solo nell’ultimo anno, ossia in tempi di crisi nerissima, hanno visto la loro ricchezza aumentare del 12%.

Il risultato di tutti questi numeri è che le diseguaglianze in America sono tornate ai livelli del 1929, della Grande Depressione. Così ampia la forbice tra poveri e ricchi che qualcuno evoca scenari da India o America latina. E il dramma è che i poveri d’America non sono disoccupati: “I due terzi degli americani che vivono sotto la soglia di sussistenza hanno un posto di lavoro. La metà ha addirittura un posto a tempo pieno”, spiega Charles Bow sul New York Times.

Distanze enormi, spalmate in maniera differente anche sulla popolazione. Esattamente come succede da anni e decenni, ancora nel 2011 le famiglie povere sono il 27% dei neri, ma solo il 13% dei bianchi.