La Bundesbank prova lo sgambetto a Draghi: “Non superare i limiti di mandato”

Pubblicato il 1 Agosto 2012 - 11:21 OLTRE 6 MESI FA
Mario Draghi (LaPresse)

ROMA – Il “paletto” arriva chiaro e preciso a 24 ore dal direttivo della Bce. E i limiti li fissa così: Mario Draghi non osi superare i vincoli del suo mandato, non si azzardi a pensare soluzioni sava euro che la Germania danneggiano o che la Germania semplicemente non gradisce.

A parlare e a dire che la Banca centrale europea non deve “oltrepassare il proprio mandato” è il presidente della Bundesbank Jens Weidmann. Banchiere che parla il 29 luglio ma le cui dichiarazioni, con una tempistica quasi scientifica, sul sito della banca nazionale tedesca si materializzano mercoledì, giusto in tempo per far capire che il consiglio “salva euro” di giovedì non sarà esattamente un pranzo di gala. Sempre secondo Weidmann i governi sovrastimano le possibilità dell’Eurotower. Messaggio neppure troppo in codice a chi, anche e soprattutto in Italia, spera che proprio dalla banca europea arrivi la soluzione alla crisi europea.

La Germania, secondo Bloomberg, avrebbe aperto almeno in parte alla Spagna segnalando  di essere pronta a dare via libera a un’azione della Bce per raffreddare gli spread. In cambio il ministro delle Finanze spagnolo, Luis de Guindos, si sarebbe impegnato a ulteriori tagli di bilancio.

Giovedì, quindi, per Draghi si prospetta un compito difficile. Perché se sul fare “di tutto per salvare l’euro” sono a parole tutti d’accordo, sulle cose da fare concretamente la strategia è decisamente diversa. Sul tavolo c’è la questione dell’acquisto di titoli di Stato da parte della Bce. L’obiezione tedesca scrive il Wall Street Journal risale agli anni ’20 quando “questo tipo di politiche hanno portato ad una super-inflazione”.

Poi c’è una questione di fondo, quella del rigore e delle riforme. La Germania, sempre secondo il Wsj, è scottata da quanto accaduto l’anno scorso. Al governo c’era ancora Silvio Berlusconi, lo spread iniziava a diventare insostenibile. Non appena la Bce cominciò ad acquistare titoli di stato italiani allentando la pressione sul governo tutti i propositi di riforme e di tagli “furono accantonati nello stupore generale”. Oggi c’è Monti e questo non dovrebbe succedere. Però, Monti, nella più estesa delle ipotesi ci sarà fino al 2013. E poi?

Monti, intanto, è in Finlandia. In missione in uno dei Paesi che è proprio alla Germania è più vicino. In agenda anche un incontro con Olli Rehn, vicecommissario Ue da sempre critico verso quelli che ritiene eccessi di spesa italiani.  “Chiederò ai finlandesi – ha detto Monti  – non solidarietà, perché non credo che l’Italia abbia bisogno di solidarietà, ma cercherò di mostrare come aprire sui meccanismi di difesa comune dell’euro sia nell’interesse dell’intera europa, della Finlandia e dell’Italia per prime”.

Una prima risposta alla Bundesbank arriva in modo indiretto da Timothy Geithner, segretario del tesoro Usa che invita i leader europei  a prendere misure ”per abbassare i tassi d’interesse pagati dai Paesi che stanno facendo riforme”. Richiesta diretta, evidentemente soprattutto alla Germania cui si aggiunge anche quella di  fare ”qualcosa in più per contribuire a sostenere la crescita nel breve termine”.  Geithner, che in un’intervista  ha raccontato di aver sentito diverse volte al telefono Draghi, mette fretta all’Europa: “Il rischio è che più si aspetta (a intervenire, ndr) più salgono i costi. E i leader europei lo capiscono”.

Sul rapporto con Draghi Geithner precisa: ”Parliamo sempre al telefono, ma a volte è preferibile sedersi e vedersi di persona”. Nei colloqui in Europa ”abbiamo affrontati tutti i maggiori problemi e mi hanno messo al corrente dei piani per affrontare questa crisi”, dice Geithner. ”Sono impegnati a fare il necessario per tenere insieme l’Eurozona” e in questo – Geithner se ne dice convinto – ”non stanno solo parlando ma hanno anche i mezzi per farlo”.