Cosa significano “default” e “rollover”? Lessico (ormai famigliare) della crisi

Pubblicato il 12 Luglio 2011 - 19:48| Aggiornato il 18 Aprile 2020 OLTRE 6 MESI FA

(Foto Ap/LaPresse)

ROMA – Tutto per evitare il default: sembra questo quello che stanno facendo i Paesi di tutto il mondo, non soltanto la Grecia o l’Italia, ma anche gli stessi Stati Uniti. Ma che cos’è il default?

Il termine inglese dignifica fallimento ed indica la condizione di una società che non riesce a rimborsare i debiti secondo il calendario concordato con i creditori o in generale a soddisfare tutti i termini previsti in una obbligazione o in un accordo sottoscritto o pattuito. Un emittente si trova quindi in default quando non riesce a rispettare le clausole contrattuali previste dal regolamento del finanziamento. (Leggi qui e qui gli altri termini del vocabolario della crisi)

Una cosa diversa sono i credit default swaps (cds): questi sono strumenti finanziari derivati (cioè prodotti che derivano da prodotti sottostanti, che possono essere una valuta, un tasso di interesse, un’azione, un’obbligazione, un credito, una materia prima) che funzionano come un’assicurazione. Chi compra un Cds, infatti, si impegna a pagare al venditore un premio in cambio del rimborso soltanto in caso di default del valore dell’obbligazione oggetto dell’insolvenza (di solito un titolo di Stato).

In altre parole un cds è un derivato che ha la funzione di trasferire l’esposizione creditizia di prodotti a reddito fisso tra le parti. È un accordo tra un acquirente ed un venditore per mezzo del quale il compratore paga un premio periodico a fronte di un pagamento da parte del venditore in occasione di un evento relativo ad un credito (come ad esempio il fallimento del debitore) cui il contratto è riferito.

Il cds viene spesso utilizzato con la funzione di polizza assicurativa o copertura per il sottoscrittore di un’obbligazione. Tipicamente la durata di un cds è di cinque anni e sebbene sia un derivato scambiato sul mercato over-the-counter (non regolamentato) è possibile stabilire qualsiasi durata.

I credit default swap vengono quotati in termini di spread e il loro valore è una misura dell’affidabilità dei titoli sottostanti. Nascono come derivati di copertura dal rischio ma si sviluppano come strumento speculativo per scommettere sul possibile fallimento di uno Stato o di un emittente privato.

I cds quindi assicurano gli investitori contro il mancato pagamento di un’obbligazione e contro il fallimento di una società o anche di un Paese. Sono stati ampiamente utilizzati durante la crisi. Sono stati emessi in passato in maniera sconsiderata, per fini speculativi, sino ad arrivare nel 2007 a un livello complessivo di circa 62mila miliardi di dollari.

Per cercare di evitare il default a volte si fanno delle operazioni di rollover, ovvero operazioni finanziarie che consentono di protrarre nel tempo un impegno finanziario esistente che è giunto a scadenza. Il rollover può essere effettuato su una posizione in titoli, o su una in valute straniere, ecc. Il rollover su un future avviene passando da un contratto con scadenza, per esempio, marzo a un contratto con scadenza giugno.