Chi paga il debito? La crescita! Ma la storia smentisce: “E’l’inflazione”

Pubblicato il 18 Gennaio 2010 - 17:36| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Quale sarà la soluzione, definitiva e certa, della crisi economica? Ma che domanda… La soluzione, la via d’uscita è una e una sola, garantita per tutti, prima o poi: “La crescita”. Così dice Tremonti, il governo tutto, il premier. Così dice anche tutta l’opposizione e così dicono anche i sindacati e pure Confindustria e Confcommercio e ogni altra “Conf” ci sia in Italia. Magari non sono per nulla d’accordo sul come favorire la crescita, arrivarci, redistribuirla, usarla, spalmarla. Però che crescita sarà e sarà risolutiva lo giurano tutti, ci mettono la mano sul fuoco, come due più due fa quattro così la crescita cancellerà la crisi. Garantito, unanime, matematico.

Venerdì 15 gennaio è stato reso noto il rapporto McKinsey Global Institut sulla “fuoriuscita dell’economia dal debito”. Cioè dalla crisi, perchè la crisi ora è il debito enorme planetario, pubblico e privato, degli Stati, dei privati, delle famiglie e delle aziende. Vi si legge che dalla seconda metà del secolo scorso si sono verificati 45 casi di eccesso di debito nell’economia. In 32 dei 45 casi dall’eccesso di debito si è usciti o tagliando le spese, spesa pubblica in primo luogo, riducendo così il debito del 40 per cento. Oppure (sette casi su 32) con un’alta inflazione capace di tagliare il debito del 93 per cento. Oppure con fallimenti a catena, riduzione del debito del 46 per cento. O ancora, in un solo caso, con la crescita. E’ il caso degli Usa che negli anni 1938-1943 hanno tagliato il debito dal 180 al 136 per cento del Pil. Anche negli altri tredici casi in cui l’eccesso di debito non era stato causato da crisi finanziaria come l’attuale la fuoriuscita è avvenuta per via di guerra (due), inflazione (quattro), indebitamento pubblico possibile perché gli Stati non erano già indebitati. Non in un solo caso la crescita indotta da tagli fiscali è stata in grado di recuperare il debito.

Dunque, prima via d’uscita dalla crisi: pagano gli Stati e si indebitano. Già fatto, nessun paese può più fare altri debiti. Seconda via d’uscita: meno spesa pubblica. Sbarrata, su questa via crollano i governi. Terza via: la guerra, non è il caso. Quarta via: i fallimenti. Fanno male ed è pieno di troppo grandi per fallire. Quinta e ultima via: l’inflazione. Chi è debitore di cento con un’inflazione al dieci in realtà deve novanta. E’ questa l’unica via aperta. Via dolorosa. Forse lo sanno. Forse è per questo che non ce lo dicono. Ma hanno solo vagamente calcolato cosa succederà quando, dopo aver raccontato a tutti che la crescita sarà indolore, festosa e risolutiva, si scoprirà che la via d’uscita è pagare il debito svalutandolo insieme a salari e patrimoni?