“Lo compro perché d’importazione”: boom in Cina del latte Granarolo

Pubblicato il 2 Aprile 2012 - 13:56 OLTRE 6 MESI FA

SHANGHAI – La più importante presenza italiana in Cina in Cina, non è quella del presidente del Consiglio Mario Monti al vertice di Hainan, ma quella del latte Granarolo sul principale sito di e-commerce locale, Yihaodian.com. Potrebbe sembrare irrispettoso, ma, come scrive il  direttore del New Media Center allo Shanghai Daily, il giornalista cinese Guo Min, è la verità.

Il Granarolo, con la sua “confezione giallo intenso e il prezzo competitivo di 12,90 yuan (1,53 euro al litro)”, è il latte più cercato online dai consumatori cinesi. Anche perché è il più economico, con uno sconto del 28% rispetto al prezzo di listino di 18 yuan.

Come sottolinea Guo Min sul Sole 24 Ore, per molti consumatori della classe media cinese il latte d’importazione è fondamentale, vista la pessima reputazione dell’industria locale dopo la vicenda del latte alla melamina a cui sono seguiti numerosi casi di malattie legate, appunto, al latte contaminato.

E il caso del latte non fu l’unico di alterazione alimentare. Nel 2011 , ricorda Guo Min, la Shuanghui, una grande azienda di lavorazione della carne, fu accusata di aver aggiunto clenbuterolo, un prodotto chimico cancerogeno, al mangime per i maiali, in modo da ottenere una carne più magra.

A Shanghai, poi, un produttore ha immesso sul mercato come appena macellati 30000 conigli al giorno per cinque mesi. Questo nonostante l’azienda utilizzasse animali morti. Addirittura l’azienda giustificava il color giallo dei conigli come frutto di un’alimentazione a base di mais, quindi più sana. In teoria.

Dopo questi scandali sono nati i negozi online, come, appunto, Yihaodian.com. E tra i principi che guidano i consumatori c’è quello secondo cui ci si fida perché è un prodotto d’importazione, non cinese. Monti, suggerisce Guo Min, potrebbe incrementare gli scambi tra Italia e Cina partendo proprio da un aumento dell’esportazione di prodotti alimentari italiani.