Con il redditometro più tasse fino a 9 mila euro? Tre simulazioni della Cgia

Pubblicato il 19 Novembre 2012 - 09:19 OLTRE 6 MESI FA
Il redditometro parte a gennaio prossimo: rischia di far salire le tasse

VENEZIA – Il redditest, l’accertamento presuntivo del Fisco, alla fine rischia di far pagare più tasse, fino a 9 mila euro in più. Almeno secondo le simulazioni della Cgia di Mestre, in occasione del debutto a gennaio prossimo e della presentazione, fra una settimana, del programma disponibile sul sito della Agenzia delle Entrate con cui ogni contribuente può verificare se le tasse che paga e il reddito dichiarato sono congrui. Con l’introduzione del nuovo redditometro si rischia un generale aumento delle tasse, che nel peggiore dei casi presi in esame potrebbero arrivare quasi a 9.000 euro. Tre le tipologie i reddito prese in esame dalla Cgia di Mestre: 20mila, 40mila e 80mila euro, con un maggior reddito stimato dal fisco con il redditometro o lo spesometro pari a 10.000 euro.

Accordo con l’Agenzia delle Entrate. Nella prima simulazione considerata, se il contribuente raggiunge l’accordo con l’Agenzia delle Entrate che gli sconta il reddito imponibile del 5%, tra maggiori imposte e sanzioni ridotte dovrà versare tra i 4.250 euro circa fino a 5.640 euro. Se, invece, non accetta la proposta degli uomini del fisco e fa ricorso alla Commissione tributaria e alla fine dei due gradi di giudizio perde, il contribuente dovrà versare all’Erario tra i 6.815 e gli 8.906 euro. Nel secondo caso, invece, quello in cui si raggiunga un compromesso con l’Agenzia delle Entrate che riduca il reddito imponibile del 20%, tra maggiori imposte e sanzioni ridotte il contribuente dovrà versare tra i 3.366 euro fino a 4.750 euro.

Ricorso alla Commissione Tributaria. Se, invece, non accetta la mediazione avanzata dal fisco e fa ricorso alla Commissione tributaria e alla fine dei due gradi di giudizio ne esce “sconfitto”, il contribuente dovrà versare all’Erario, come nel caso precedente, fino ad un massimo di 8.906 euro. Con il nuovo redditometro che fra qualche mese cambierà il rapporto tra il fisco e i contribuenti italiani, secondo la Cgia, i primi avranno la possibilità di “costruire” a tavolino i redditi dei secondi sulla base delle spese che questi ultimi hanno effettuato, anche per mezzo di una serie di indici fissati a priori.

Nel caso in cui il reddito presunto dall’amministrazione superi di almeno il 20% di quello dichiarato, il fisco convoca il contribuente per chiedere di giustificare lo scostamento tra le spese effettuate e il reddito dichiarato. Per il segretario Giuseppe Bortolussi, la normativa “limita la possibilità di dimostrare che le spese realizzate dal contribuente siano avvenute con redditi diversi da quelli posseduti nello stesso periodo d’imposta. Inoltre, sarebbe auspicabile che si stabilisse il carattere di presunzione semplice di questo nuovo strumento, permettendo al contribuente di discutere anche su come sono state conteggiate le maggiori richieste avanzate dal fisco. Infine, il giudice tributario dovrebbe essere messo nelle condizioni di avere un’ampia possibilità di giudizio anche nella valutazione dei risultati a cui giunge l’Agenzia delle Entrate con il nuovo redditometro”.