Confindustria: “219mila posti di lavoro in meno nei prossimi due anni”

Pubblicato il 15 Dicembre 2011 - 09:56 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Un milione di posti di lavoro in meno dal 2008 al 2013: è la stima fatta dal centro studi Confindustria per l’Italia, ma tutta l’eurozona non starà meglio: “l’inverno della recessione” è arrivato, anche se “in Italia è iniziata prima e risulterà più marcata”.

Il centro studi di Confindustria stima un crollo del Pil di 2 punti percentuali tra la scorsa estate e la prossima primavera, e taglia le previsioni per il 2012 dal +0,2 per cento al -1,6 per cento, per il 2011 dal +0,7 per cento al +0,5 per cento.

Secondo Confindustria è “molto probabile che si attenui il reintegro delle persone in cassa integrazione, che aumentino i licenziamenti, che il tasso di disoccupazione salga più velocemente e raggiunga il 9 per cento a fine 2012”. Con altre 219 mila persone occupate in meno il biennio 2012-2013 si chiuderà con un calo di 800mila posti di lavoro dall’inizio della crisi nel 2008.

Per il centro studi di Confindustria “l’esito più probabile” della crisi è una ripresa “dalla tarda primavera 2012. Probabile un “lieto fine”, ma saremo a un bivio “senza mezze misure” con dissolvimento dell’euro, fallimento di imprese e banche, milioni di posti lavoro persi, crisi del debito anche nei Paesi virtuosi.

Gli esperti di Confindustria non hanno dubbi: “Le condizioni del mercato del lavoro italiano sono in deterioramento”. E la situazione si aggraverà ancora con un nuovo calo dal 2012 che porterà a 957mila occupati in meno alla fine del 2013.

Dopo un aumento dell’occupazione per fina anno (+0,9%), “nel 2012 è atteso un calo dello 0,6 per cento e nel 2013 dello 0,2% per cento, anche se nel corso del 2013 le variazioni congiunturali torneranno positive”. La flessione di attività nella seconda parte di quest’anno “ha interrotto il rilancio della domanda di lavoro” che “era iniziato a fine 2010”. E, quindi, pesa il rischio, con il calo dei livelli di attività previsto fino a metà 2012, che “il grado di reintegro dei cassintegrati scenda sotto i valori finora osservati”. Con la recessione si “riducono significativamente” gli spazi per “il trattenimento dei lavoratori da parte delle imprese”.