Contro la riforma delle pensioni la Grecia in sciopero: è il sesto dall’inizio della crisi

Pubblicato il 8 Luglio 2010 - 08:45 OLTRE 6 MESI FA

Giorgio Papandreou

Un nuovo sciopero generale di 24 ore, il sesto dall’inizio della crisi, paralizza stamane la Grecia per protestare contro la riforma pensionistica approvata ieri dal Parlamento con i soli voti della maggioranza socialista più due indipendenti.

Il disegno di legge, passato con 159 voti contro 137, per diventare legge dovrà sottoporsi oggi ad un nuovo scrutinio dell’assemblea, articolo per articolo.

I greci, per la maggior parte pessimisti sull’esito della crisi, si sono risvegliati stamane in mezzo ad un black out informativo, a causa dell’adesione allo sciopero dei giornalisti, e ad una paralisi quasi totale dei trasporti aerei, marittimi e terrestri, sia ferroviari che urbani. Sono inoltre chiusi ospedali (salvo emergenze), uffici pubblici, dogane, tribunali, banche, esercizi commerciali.

A questo sciopero, che verosimilmente sarà l’ultimo generale prima della pausa estiva, partecipano in massa tutti i lavoratori nel tentativo disperato di fermare una riforma che i sindacati hanno definito ”un barbaro attacco” al loro sistema di vita.

Allo sciopero prenderanno parte anche i controllori aerei, per 4 ore dalle 10.00 alle 14.00, e il sindacato dei marittimi che durante le ultime proteste si erano astenuti provocando ritardi e cancellazioni nei voli nazionali e internazionali e un blocco totale dei collegamenti commerciali e passeggeri con le isole.

Il premier Giorgio Papandreou, consapevole di una fronda interna al suo stesso Pasok, intervenendo ieri prima del voto aveva preso un pubblico e solenne impegno a migliorare le condizioni dei pensionati “quando la situazione lo permetterà”, ma aveva sottolineato che oggi come oggi i congelamenti, i tagli e l’elevazione per tutti dell’eta pensionabile e contributiva a 65 e 40 anni è inevitabile per salvare il paese e riportarlo verso il risanamento e la ripresa. Un risanamento che i dati dei primi mesi di austerity dicono già in atto, almeno in termini di deficit di bilancio.