Crisi, Ungheria nega il rischio default: “Rispetteremo gli impegni”

Pubblicato il 6 Giugno 2010 - 12:49 OLTRE 6 MESI FA

Viktor Orban

Il governo ungherese manterrà l’impegno a ridurre il deficit al 3,8% nel 2010 e ridimensiona l’ipotesi di un default del Paese definendolo uno scenario “esagerato”. Le frasi sui conti pubblici del Paese che venerdì hanno gettato nel panico i mercati finanziari europei sono state insomma solo “sfortunate”, ha spiegato da Budapest il segretario di stato Mihaly Varga.

Intanto anche Moody’s getta acqua sul fuoco: “L’Ungheria non é la prossima Grecia”, ha detto Kristin Lindow, vice presidente dell’agenzia di rating. Il Paese, spiega, già in passato ha mostrato di saper “fare quello che deve fare quando è in difficoltà “.

La parola passa ora agli operatori finanziari e c’è attesa su come reagiranno lunedì alla riapertura dei mercati. Venerdì 4 giugno lo spettro di default a Budapest aveva fatto sprofondare i titoli di Stato ungheresi, il fiorino e spinto l’euro sotto la soglia degli 1,20 dollari per la prima volta da quattro anni, con un tonfo a catena delle Borse. Resta il fatto che pur dopo la conferenza stampa tenuta d’urgenza da Varga non sono ancora note le reali condizioni dei conti pubblici ungheresi.

Il nuovo esecutivo guidato da Viktor Orban – si è insediato da solo una settimana – ha denunciato a più riprese di aver ereditato conti pubblici “falsificati” dai precedenti governi e la dialettica politica ha giocato sicuramente un ruolo importante nell’amplificare la gravità della situazione (lo stesso Varga è stato ministro delle Finanze del governo precedente, e presidente della commissione Bilancio dal 2002 al 2010), ma dopo la crisi greca i nervi sono scoperti.

Secondo la stessa Lindow, di Moody’s, il portavoce dell’esecutivo, Szijjarto Pietro, che ha paventato il rischio default “ha straparlato, il che è tipico di un nuovo governo”. Dai mercati, comunque, “é stato recepito male”. “La situazione è consolidata – ha spiegato oggi Varga -. L’obiettivo sul disavanzo è raggiungibile, ma per raggiungerlo il governo deve prendere delle misure”. Ha frenato poi con decisione sul rischio default: “Ogni confronto con i Paesi con credit default swap più elevati è inopportuno. Non forniscono un quadro credibile dello stato d’Ungheria”.

Mancano poi delle stime o delle proiezioni di massima sul disavanzo atteso a fine 2010 nell’attuale situazione. L’impegno sulla riduzione del deficit al 3,8% era stato concordato nell’ottobre del 2008 con l’Unione europea e il Fondo monetario internazionale quando il Paese è stato salvato con 20 miliardi di euro dal collasso finanziario. Il premier Orban ha comunque convocato una riunione di gabinetto d’emergenza di tre giorni sulle necessarie misure correttive.