Crolla l’export italiano: -23,1% nei 9 mesi

Pubblicato il 11 Dicembre 2009 - 12:23 OLTRE 6 MESI FA

In calo le esportazioni italiane: in maniera più marcata quelle verso i paesi Ue, con percentuali minori verso quelli extra Ue. Lo dice l’Istat nello studio ‘Le esportazioni regionali italiane’.

Nei primi nove mesi del 2009, rispetto allo stesso periodo del 2008, il valore delle esportazioni italiane registra una flessione del 23,1%, dovuta a consistenti riduzioni tendenziali dei flussi sia verso i paesi Ue (-25,5%) sia, in misura più contenuta, verso i paesi extra Ue (-19,7%).

Tutte le ripartizioni territoriali fanno rilevare flessioni, con riduzioni superiori alla media nazionale per quella insulare (-44,2%, dovuta alla forte riduzione del valore delle vendite all’estero di prodotti petroliferi raffinati) e per quella meridionale (-27,2%); flessioni inferiori alla media nazionale sono registrate, invece, dalla ripartizione nord-occidentale (-22,5%), da quella nord-orientale (-22,4%) e dall’Italia centrale (-18%).

Fra le regioni che più contribuiscono ai flussi commerciali con l’estero, le flessioni maggiori riguardano Sardegna (-50%), Sicilia (-40,8%), Abruzzo (-35,7%), Marche (-28,4%), Puglia (-27,8%), Piemonte (-25,9%), Emilia-Romagna (-25,4%), Lombardia (-22,6%) e Veneto (-20,7%).

Per i paesi extra Ue (-15,7% nel loro complesso) si rilevano flessioni marcate verso Russia, Turchia, Brasile, Sudafrica e India.

La struttura geografica delle esportazioni si è modificata a favore dei paesi extra Ue, la cui incidenza nei primi nove mesi del 2009, rispetto al corrispondente periodo del 2008, è aumentata dal 45,3 al 46,1%. Nell’area meridionale e insulare la flessione delle esportazioni (-33,6%) è più intensa per i flussi diretti verso i paesi Ue (-4,5%), rispetto a quella rilevata per le esportazioni dirette verso i paesi extra Ue (-32,4%). Verso i paesi Ue decrementi rilevanti riguardano Spagna e Francia.

Nei primi nove mesi del 2009, considerando i settori che contribuiscono maggiormente alle esportazioni nazionali, si rilevano flessioni significative per prodotti petroliferi raffinati (-44,4%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-31,8%), mezzi di trasporto (-29,3%, al cui interno gli autoveicoli segnano una flessione del 38,5%), prodotti tessili (-25,3%) e sostanze e prodotti chimici (-23,9%).