Draghi piega Bpm: capitale aumentato di 1,2 miliardi

Pubblicato il 20 Aprile 2011 - 11:52 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Alla fine la richiesta del governatore della Banca d’Italia Mario Dragi ha prodotto gli effetti desiderati sulla Banca Popolare di Milano. Ieri, 19 aprile, la Bpm di Massimo Ponzellini ha varato un aumento di capitale di 1,2 miliardi l’incremento delle deleghe di voto per ciascun socio da due a cinque, la semplificazione e riorganizzazione del gruppo, la ridefinizione delle politiche di remunerazione e le dismissioni di partecipazioni non strategiche.

Il consiglio d’amministrazione della Popolare di Milano ha messo in campo un pacchetto di misure dopo l’intervento della Banca d’Italia e del governatore Draghi che avevano invitato l’istituto di Piazza Meda a rafforzare il capitale, evidenziando peraltro una serie di criticità all’interno del gruppo, in particolare sotto l’aspetto della governance.

Così, dopo oltre cinque ore di consiglio è arrivata la risposta, contenuta in un comunicato di quattro pagine, approvato all’unanimità dai consiglieri dopo una discussione piuttosto accesa: il Cda, si legge nel documento, ”ha preso atto dei rilievi e delle richieste della Banca d’Italia e, nel riservarsi di esprimere le proprie controdeduzioni ai rilievi ispettivi nei termini di legge (60 giorni), nella seduta odierna ha deciso di adottare provvedimenti idonei a recepire le prescrizioni dell’Autorità di Vigilanza”.

In primis, dunque, è stato deciso che il 25 giugno verrà convocata un’assemblea straordinaria chiamata ad approvare una ricapitalizzazione per un importo massimo di 1,2 miliardi di euro, mediante l’emissione di nuove azioni da offrire in opzione agli azionisti e ai portatori di obbligazioni convertibili (Banca Akros e Mediobanca cureranno l’operazione).

Con questa mossa, accompagnata dalla vendita dell’81% di Bipiemme Vita al gruppo francese Covea per 243 milioni di euro, la Bpm conta di poter ”disporre di un core Tier 1 capital al 2011 dell’8,6%”. Con la rimozione dei requisiti patrimoniali aggiuntivi in virtù del venir meno delle criticità evidenziate dalla Banca d’Italia, la banca ritiene di raggiungere un Core Tier 1 capital al 2013 del 9,8%, ovvero in linea con quanto previsto da Basilea 3.

Il pacchetto completo di mosse delineate nel Cda verrà votato in occasione del Cda del 12 maggio, mentre per il 3 maggio è previsto un’altra riunione del consiglio, definita interlocutoria, ma necessaria a definire l’ammontare esatto della ricapitalizzazione.

Tra le altre misure individuate dal board ci sono inoltre l’incremento a cinque del numero massimo delle deleghe di voto statutariamente consentite (l’assemblea di bilancio di fine aprile è già chiamata a portarle a tre); una radicale semplificazione e riorganizzazione del gruppo; miglioramenti strutturali del sistema informatico; riallocazione degli impieghi per settore merceologico; dismissione di partecipazioni di minoranza non strategiche; ridefinizione delle politiche di remunerazione e di incentivazione; riduzione delle strutture dei costi e conseguente incremento della produttività. Resta ancora in secondo piano il progetto di Banca Unica che passa attraverso l’incorporazione delle altre due banche del gruppo, ovvero Alessandria e Legnano