Economia pubblica e portafoglio privato: nel giardino della crisi i “germogli” della voglia di comprare che torna e “l’erbaccia” del debito pubblico che solo nuove tasse potranno “tosare”

Pubblicato il 2 Giugno 2009 - 14:52 OLTRE 6 MESI FA

Sta tornando la voglia di comprare: il 54 per cento degli italiani dichiarano di avere intenzione di spendere per le vacanze nei prossimi tre mesi, il 18,6 per cento ha intenzione di spendere nello stesso arco di tempo per un nuovo elettrodomestico, il 13,3 per una nuova tv o apparecchio hi-fi, l’11,3 per un nuovo telefonino, il 4,1 per un nuovo scooter. Percentuali di intenzioni di acquisto in sensibile crescita rispetto a solo un mese fa come documenta una ricerca della Findomestic.

Un buon segno, uno di quelli che vengono chiamati “germogli” di uscita dalla crisi. L’economista Daniel Roubini avverte però: germogli sì, ma attenti alle “erbacce”. Buoni segnali arrivano dai consumatori italiani e anche da vendite, edilizia e manifatturiero in America, però tutto è sostenuto da migliaia di miliardi di denaro pubblico iniettati nell’economia. E’ questo nuovo debito “l’erbaccia”. Prima o poi l’onda del debito pubblico andrà asciugata: o con rialzi dei tassi di interesse, o con la grande spugna dell’inflazione. Fin qui Roubini che parla del mondo.

Uno sguardo all’Italia lo getta Orazio Carabini sul “Sole24ore”. Il titolo è tutto un programma: “Toccherà alla vecchia Irpef rimettere a posto il bilancio”. Quando in Italia occorrerà, come nel resto del mondo, asciugare l’alluvione del debito si dovrà ricorrere al fisco. Impraticabile però in Italia una tassa sul patrimonio, improponibili tasse sui consumi. Non resterà che ricorrere all’Irpef, “imposta efficiente-scrive Carabini-basta aumentare le aliquote e il gettito cresce. Ma con un difetto non indifferente: colpisce solo i redditi da lavoro dipendente”.