L’elusione fiscale resta reato penale. Pene fino a 6 anni. Bloccato il “condono”

Pubblicato il 7 Giugno 2012 - 11:40 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’elusione fiscale resta un reato penale. Un reato difficile da motivare ma che se individuato comporterà pene detentive da un minimo di sei mesi a un massimo di sei anni. Proprio sull’elusione fiscale si erano appuntate le maggiori perplessità del Presidente della Repubblica. E’ per questo, per una sostanziale depenalizzazione dei reati fiscali, che Napolitano ha tenuto bloccata per oltre un mese l’intera delega fiscale del Governo. E anche sull’abuso di diritto, istituto giuridico al confine tra risparmio d’imposta legittimo e vantaggio fiscale indebito, è stato deciso di soprassedere sulle precedenti formulazioni, specie per il carattere retroattivo di norme depenalizzanti. Ora la delega fiscale potrà cominciare dalla prossima settimana il suo iter parlamentare.

Quando fu resa pubblica l’intenzione di escludere dal codice penale l’elusione fiscale e affidarla solo alla Agenzia delle Entrate, in molti la descrissero come un colpo di spugna. In pratica, solo multe e sanzioni del Fisco, niente reato e niente tribunale. E niente carcere. Il 19 aprile, anche Nicola Porro de Il Giornale, parlò di condono mascherato. Riportando i casi di diversi importanti istituti di credito e della vicenda giudiziaria, non ancora conclusa, che ha coinvolto il noto gruppo Dolce & Gabbana. Paradisi fiscali, leveraged buy out, cessioni e acquisizioni di rami d’azienda fittizi o utili solo per scontare l’imposizione fiscale, è di questo che si parla quando diciamo elusione. Unicredit, Banca Intesa, Mps e altre banche stanno risolvendo con profumate transazioni (centinaia di milioni) i contenziosi con il Fisco.

Il problema è che gli ispettori inviavano i rapporti alle procure che obbligatoriamente dovevano aprire un fascicolo: questo passaggio era stato ostruito dalla nuova formulazione della legge. L’intervento di Napolitano ripristina il reato penale e assicura un regime sanzionatorio severo. Viene stabilito inoltre che le pene più severe dovranno riguardare i reati relativi a comportamenti fraudolenti, di simulazione oppure finalizzati alla creazione e all’utilizzo di falsa documentazione. In Parlamento, ora che la delega è stata sbloccata, andrà ripreso anche il discorso di una più puntuale formulazione, meno soggetta alle interpretazioni, dell’abuso di diritto, materia scivolosa come poche e nelle pieghe e nei buchi della quale, prosperano e si nascondono i “furbetti” aggira Fisco. Senza dimenticare, tuttavia, la liceità morale di chi cerca, per proteggere i propri investimenti, di accedere al regime fiscale più favorevole.