Eni ed Enel avviano la produzione congiunta di gas in Siberia

Pubblicato il 20 Aprile 2012 - 22:28 OLTRE 6 MESI FA

SAMBURG (RUSSIA) – Per la prima volta nella loro lunga attivita', Eni ed Enel hanno avviato insieme la produzione di idrocarburi in Siberia nordoccidentale, con un giacimento artico ex Yukos. Un evento per molti versi storico per un Paese come l'Italia che da 60 anni, dai tempi di Mattei, ha sempre importato il gas dalla Russia tramite il Cane a sei zampe. Ma anche per una societa' come l'Enel, che finora non aveva mai prodotto direttamente gas.

L'ingresso operativo nell'upstream russo, che suggella il passaggio dalla cooperazione commerciale a quella industriale nel settore energetico, vede inoltre le due maggiori societa' energetiche italiane andare a braccetto in un'inedita alleanza all'interno di un consorzio, Severenergia, in cui detengono il 29,4% (Eni) e il 19,6% (Enel) mentre il 51% e' in mani russe (Novatek e Gazpromneft, controllata da Gazprom).

Alla cerimonia di avvio dell'impianto, con la consegna simbolica della chiave e l'accensione di un tasto rosso sotto la neve, sono intervenuti il presidente e l'ad di Eni, Giuseppe Recchi e Paolo Scaroni, mentre Enel era rappresentata da Marco Arcelli, direttore della divisione upstream gas della societa'.

Si tratta del campo del giacimento artico Samburskoye, a oltre 3.000 km da Mosca, nel distretto autonomo dello Yamal-Nenets, fredda regione grande tre volte l'Italia ma con 500.000 abitanti, dove si produce il 90% del metano russo. Il giacimento appartiene ad Artikgas, una delle societa' ex Yukos. Il giacimento raggiungera' la capacita' massima di 145.000 barili al giorno nel 2015, di cui 43.000 barili in quota Eni.

Il Cane a sei zampe vendera' a Gazprom, con la formula del 'take or pay', i suoi 9 miliardi (rpt. miliardi) di metri cubi di gas previsti dopo lo sviluppo di quattro giacimenti locali (con un investimento di circa 3 miliardi di dollari), ma manterra' il diritto di riacquisto e di eventuale commercializzazione sul mercato interno russo.

Enel invece utilizzera' il gas per alimentare tre delle quattro centrali elettriche della sua societa' russa Ogk-5, coprendo a regime oltre il 50% del loro fabbisogno e diventando cosi' il primo operatore straniero verticalmente integrato. Sia Scaroni che Arcelli hanno spiegato che l'avvio della produzione di gas non avra' un impatto diretto sul consumatore italiano ma contribuira' ad aumentare la sicurezza energetica europea e il volume del metano, incidendo cosi' sulla riduzione dei prezzi.

Lo sviluppo del campo di Samburskoye rappresenta il primo dei quattro start up previsti in Russia nel piano quadriennale di Eni, che porteranno a una produzione equity nel 2019 in Russia di oltre 200.000 barili al giorno, pari al 10% della produzione Eni.

''Yamal diventera' per noi piu' importante della Nigeria oggi'', ha sottolineato Scaroni. Ma l'ad di Eni promette anche nuove avventure fuori Russia con Novatek, partner in Severenergia: ''siamo in trattative per un progetto esplorativo in un Paese nuovo, non noto per i suoi idrocarburi, ma a volte questi paesi, come il Mozambico, riservano belle sorprese''.