Gazprom, Ue accusa: “Abuso di posizione dominante, politica prezzi sleale”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Aprile 2015 - 13:20 OLTRE 6 MESI FA
Gazprom, Ue accusa: "Abuso di posizione dominante, politica prezzi sleale"

Gazprom, Ue accusa: “Abuso di posizione dominante, politica prezzi sleale”

BRUXELLES – La Gazprom è  stata accusata dall’Unione europea di “abuso di posizione dominante”. Secondo l’Ue, la Gazprom ha applicato una “politica dei prezzi sleale” e ha “ostacolato la concorrenza transfrontaliera” creando “barriere artificiali”. Le accuse sono quindi di pratiche commerciali scorrette in Europa orientale e occidentale e l’azienda avrà 12 settimane per rispondere. Margrethe Vestager, commissario alla concorrenza Ue, ha dichiarato:

“Il mio timore è che Gazprom stia violando le norme dell’Ue in materia di antitrust abusando della propria posizione dominante sui mercati del gas dell’Unione. Riteniamo che potrebbe aver innalzato barriere artificiali per evitare il flusso di gas da alcuni paesi dell’Europa centrale e orientale verso altri, ostacolando la concorrenza transfrontaliera”.

L’aver mantenuto separati i mercati nazionali del gas, spiega il commissario,

“ha consentito a Gazprom di praticare una politica dei prezzi che ci sembra a prima vista sleale. Se le nostre preoccupazioni dovessero essere confermate, Gazprom dovrà affrontare le conseguenze giuridiche della sua condotta”.

L’azienda russa, spiega Bruxelles, è il fornitore dominante di gas in diversi paesi dell’Europa centrale e orientale. Alla luce della sua indagine, la Commissione ritiene in via preliminare che Gazprom ostacoli la concorrenza sul mercato della fornitura di gas in otto Stati membri (Bulgaria, Repubblica ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia e Slovacchia).

Secondo Bruxelles, in questi Paesi Gazprom impone restrizioni territoriali nei suoi accordi di fornitura con i rivenditori all’ingrosso e con alcuni clienti industriali. Tali restrizioni comprendono divieti di esportazione e clausole che impongono l’utilizzo del gas acquistato in un territorio specifico (‘clausole di destinazione’).

Per impedire il flusso transfrontaliero di gas, Gazprom ha fatto ricorso anche ad altre misure, tra cui l’obbligo per i grossisti di richiedere il suo accordo per l’esportazione di gas e il rifiuto, in talune circostanze, di modificare il luogo di consegna del gas. La Commissione ritiene che tali misure impediscano il libero scambio di gas all’interno dello Spazio economico europeo. Tali restrizioni territoriali potrebbero generare un aumento dei prezzi del gas e consentire a Gazprom di attuare una politica dei prezzi sleale in cinque Stati membri (Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia), imponendo ai grossisti prezzi significativamente più elevati rispetto ai propri costi o ai prezzi di riferimento.

Inoltre, è probabile che Gazprom sfrutti la propria posizione dominante sul mercato subordinando le forniture di gas alla Bulgaria e alla Polonia alla concessione di impegni di altra natura da parte dei rivenditori all’ingrosso per quanto riguarda le infrastrutture di trasporto del gas. Ad esempio, le forniture di gas sono state subordinate alla realizzazione di investimenti in un progetto di gasdotto promosso da Gazprom o all’accettazione di un suo maggiore controllo su un gasdotto.