Ilva, Taranto. Resta la confisca: 1 miliardo di euro fermo sulle banchine

Pubblicato il 6 Dicembre 2012 - 11:40 OLTRE 6 MESI FA

A scaldare gli animi, oggi, anche un incidente in fabbrica: un operaio ha riportato contusioni ed è stato condotto in ospedale per accertamenti dopo essere rimasto coinvolto in uno scontro tra due mezzi di una ditta dell’ appalto, uno sky e una gru semovente. L’unica buona notizia per l’azienda, nelle ultime ore, forse resta quella della reimmissione nel possesso degli impianti sequestrati. Una circostanza “assolutamente normale” l’ha definita il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, per il quale “i magistrati stanno applicando la norma, non c’e’ nulla di straordinario”, ed ha aggiunto che, in questa normalità, rientra anche il fatto che lui stesso “attiverà quanto previsto per monitorare il rispetto degli impegni da parte dell’Ilva”. Ma non si placano neppure le polemiche sul decreto legge del governo.

Oggi, in apertura di plenum del Csm, alcuni consiglieri togati hanno espresso “perplessità” sul decreto, sollecitando una presa di posizione da parte del Consiglio, frenata dal vicepresidente Michele Vietti. “Noi vogliamo credere che l’invito a rispettare la legge fosse rivolto non alla magistratura che rispetta e fa rispettare le leggi, ma a coloro che la legge non l’hanno rispettata” ha sottolineato il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, riferendosi a Clini che ieri aveva richiamato tutti al rispetto delle leggi. La Procura di Taranto si prepara però ad altre mosse. La prima potrebbe essere quella di sollevare dinanzi alla Corte Costituzionale un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sul contenuto del decreto legge governativo.

A seguire, ma bisognerà trovare la cosiddetta ‘fase incidentale’ in cui proporla, potrebbe essere avanzato dinanzi ad un giudice il dubbio di costituzionalità di una parte di quelle norme. E’ tutto allo studio al terzo piano del Palazzo di Giustizia, ma si lavora in fretta. In città oggi un centinaio di ambientalisti ha manifestato sotto la sede della Prefettura, mostrando il testo della Costituzione a loro dire violata dal decreto del governo, e leggendo con un megafono alcuni passi della Carta; poi è stato consegnato un documento al prefetto, Claudio Sammartino. “Sequestrare se serve i beni della famiglia Riva” e un “intervento pubblico, non per forza nel senso classico della partecipazione dello Stato” è la ricetta indicata da Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, per salvare l’Ilva. Per le segreterie provinciali di Cisl e Fim l’azienda “non ha più alibi” e quindi “deve investire proprie risorse finanziarie, per le quali si è anche impegnata con il governo”.