Imu. Disobbedienze fiscali leghiste: non paghi subito, salvi il Comune

Pubblicato il 17 Maggio 2012 - 09:50 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Non paghi l’Imu, aspetti l’accertamento, salvi il Comune. Un paradosso normativo consentirebbe ai sindaci, in via ipotetica, di incassare tutto il gettito Imu invece della sola metà prevista. Basterebbe che i contribuenti evadessero inizialmente l’imposta: in sede di accertamento e recupero dell’imposta evasa, i sindaci si impegnerebbero a non comminare sanzioni, more e interessi legali, riscuotendo l’intera somma del contributo. Senza mandare a Roma la quota destinata all’erario. Sembra inverosimile, eppure la cervellotica soluzione è stata studiata e presentata come progetto dalla Lega a Vicenza: la propongono, in una specie di patto di fiducia con l’elettore contribuente, il senatore Paolo Franco, l’assessore regionale al Bilancio del Veneto Roberto Ciambetti, dal segretario regionale Gianpaolo Gobbo  e dall’onorevole Manuela Dal Lago.

I proponenti la immaginano come una forma, legale, di disobbedienza fiscale per raggiungere due obiettivi, politico in senso federalista, economico per salvare le casse comunali. Il tutto sfruttando una palese incongruenza di una norma contenuta nel decreto salva-Italia. In caso di mancato pagamento dell’Imu (lo spiega bene Italia Oggi del 17 maggio) “l’attività di accertamento e riscossione dell’imposta erariale è svolta dai sindaci, cui spettano «le maggiori somme» non solo a titolo  di interessi e sanzioni ma anche «a titolo di imposta»”.

Quindi, invitando i cittadini a non versare regolarmente l’Imu, i sindaci riuscirebbero a svelare la natura di patrimoniale mascherata dell’Imu riuscendo invece a sottrarla dalle “grinfie” dello Stato e lasciarne l’intero gettito sul territorio e restituendo la ragione federalista del tributo. In secondo luogo ammortizzerebbero i tagli lineari imposti da Tremonti ai Comuni (4 miliardi nel 2010) e l’ulteriore sforbiciata di Mari Monti alle casse già languento casse comunali.

Il tortuoso ragionamento per intascare il cespite tutto intero si fonda anche su un articolo del codice del contribuente che esime il riscossore dall’applicazione di sanzioni per chi evade le imposte quando la violazione dipende da “obiettive condizioni di incertezza”. Due o tre rateazioni, aliquote che si alzano e si abbassano, codici tributo differenti per un box o una cantina: sono queste le condizioni che motivano l’incertezza su come effettivamente pagare l’Imu.