Istat: sale la spesa pubblica, nel 2009 sfiora gli 800 miliardi e supera il 50% del Pil

Pubblicato il 28 Giugno 2010 - 11:42 OLTRE 6 MESI FA

La spesa pubblica nel 2009 ha sfiorato gli 800 miliardi di euro e ha superato, in valori percentuali, oltre la metà del prodotto interno lordo, tornando ad un ‘peso’ che era tale solo negli anni Novanta. E’ quanto risulta dalle statistiche sui conti ed aggregati economici delle amministrazioni pubbliche diffuse nella mattinata di lunedì 28 giugno dall’Istat. La spesa pubblica totale lo scorso annoè stata pari a 798,854 miliardi di euro, il 52,5% del Pil. Risulta in crescita, in rapporto al prodotto interno lordo, per il terzo anno consecutivo.

Per tornare ad un peso tale sull’economia, oltre la metà della ricchezza prodotto in Italia, bisogna tornare al 1996 quando il rapporto spesa-Pil era al 52,6% (ma nel ’93 era arrivata anche al 56,6%). Come in tutta Europa hanno pesato i costi degli ammortizzatori sociali.

Nel confronto con gli altri Paesi europei, la spesa complessiva dell’Italia in rapporto al Pil, al lordo delle vendite di beni e servizi e al netto degli ammortamenti, è stata più alta di 1,3 punti percentuali rispetto alla media dei sedici Paesi dell’area dell’euro e di 1,2 punti percentuali rispetto alla media complessiva dei paesi dell’Ue.

Nell’ambito delle spese correnti, i redditi da lavoro dipendente (che incidono per circa un quinto sul totale delle uscite) sono saliti, in Italia, dell’1%, con un ritmo molto inferiore rispetto al 2008 (3,6%). Le spese per consumi intermedi hanno registrato un aumento del 7,5%, proseguendo la tendenza degli anni precedenti; le prestazioni sociali in natura, che includono prevalentemente le spese per assistenza sanitaria in convenzione, sono aumentate del 4% contro una variazione del 2,2% rilevata nel 2008. Di conseguenza, la spesa per consumi finali delle amministrazioni pubbliche è aumentata del 3,3%, in rallentamento rispetto alla crescita del 4,3% del 2008.

”Il contributo più importante alla crescita della spesa, in Italia, come negli altri paesi Ue, proviene – sottolinea l’Istat – dalle prestazioni sociali in denaro (pensioni, sussidi, ecc.): nel 2009 queste hanno segnato un’incidenza di oltre il 36% sulle uscite e una crescita rispetto al 2008 del 5,1%, dovuta all’effetto della crisi sugli ammortizzatori sociali”. Nel 2009, la diminuzione dei tassi d’interesse ha avuto ”un importante ruolo di contrasto alla crescita della spesa pubblica”, rileva l’istituto di statistica. In Italia, la riduzione della spesa per interessi passivi (-12,2%), con un’incidenza pari a quasi il 9% sul totale delle uscite, e dopo un biennio in aumento, ha liberato risorse per circa 10 miliardi di euro, equivalenti a oltre mezzo punto percentuale di Pil.