Pa, Veneto batte Campania per numero di truffe

Pubblicato il 18 Novembre 2009 - 13:58 OLTRE 6 MESI FA
brunetta

Il minsitro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta

Ieri il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta ha “dato i numeri” relativi ai reati consumati negli ultimi 5 anni contro la Pubblica Amministrazione: a sorpresa, si sono scoperte molte più truffe in Veneto che in Campania. I truffatori veneti sono di più o semplicemente quelli napoletani sono più abili a non farsi “pizzicare”?

I dati, diffusi dal veneziano ministro Brunetta, dicono che la Sicilia è al primo posto tra le regioni per il numero di truffe ai danni dello Stato. Su scala nazionale, si parla di oltre 20.000 reati consumati negli ultimi 5 anni contro la Pubblica amministrazione: più di 6.000 le truffe e quasi 3.000 le indebite percezioni di fondi e finanziamenti, anche comunitari. Gli abusi d’ufficio sono stati 5.700, mentre corruzione e concussione contano all’incirca 700 casi ciascuno.

È questa la “fotografia” scattata dalla relazione inviata al Parlamento sul primo anno di attività del Servizio anticorruzione e trasparenza, presentata dal ministro Brunetta.

Una pubblica amministrazione, quella italiana, «vittima di assalti», soprattutto «esterni», di «delinquenti» che hanno scambiato la macchina pubblica «per una sorta di bancomat senza plafond», secondo l’analisi fornita nella relazione, la cui colpa è di non avere una protezione adeguata.

Per il 2009 si stima un calo tendenziale del 20% dei reati contro la Pa ma, nonostante ciò, numeri e meccanismi parlano di un «sistema ancora fragile», ha affermato Brunetta, esprimendo la convinzione di quanto la lotta ai fenomeni corruttivi debba necessariamente passare attraverso una implementazione proprio della trasparenza: «Nei sistemi aperti la percezione della corruzione aumenta e i successi diventano effettivi».

In una lotta, ha ricordato Brunetta, il cui impatto economico «negativo» parla di «un’ipotesi, lo scorso anno, di 60 miliardi di euro». Di qui «la scelta di rafforzare gli strumenti di trasparenza, formazione, integrità e responsabilizzazione, a partire dai dirigenti» che, in base alla riforma della Pa, rispondono in prima persona anche di tali processi e vengono puniti, altrimenti, con la non corresponsione del premio.

In linea generale, il fenomeno appare comunque in calo: rispetto al picco del 2006 (5.500 reati in totale) si è arrivati ai 3.300 circa del 2007 e del 2008, mentre nel primo semestre del 2009 se ne contano 1.370 (dalla proiezione sull’intero 2009, la stima è del -20%).