Lombardia, obiettivo esportazioni per rilanciare il commercio

Pubblicato il 20 Marzo 2012 - 00:12 OLTRE 6 MESI FA

MONZA – Guardare all’estero per superare le difficoltà della crisi economica. È questa una delle soluzioni individuate dalle attività produttive lombarde, che in dodici mesi hanno visto crescere significativamente le loro esportazioni e che valutano fondamentale individuare nuovi mercati dove collocare i loro prodotti che trovano sempre meno spazio nello stagnante scenario interno. È quanto emerge da un’indagine ed un’elaborazione della Camera di commercio di Monza e Brianza.

Trend positivo. Nei primi nove mesi del 2011 l’export lombardo è cresciuto del 13 per cento rispetto all’anno precedente, superando i 77 miliardi di euro (considerando anche le importazioni, il valore complessivo dell’interscambio con l’estero sfonda quota 170 miliardi): i primi dieci mercati di riferimento comprendono, oltre a Stati europei (Germania su tutti, con oltre 11 miliardi di esportazioni, seguita da Francia e Svizzera) anche gli Stati Uniti (circa 4 miliardi il valore dell’export) e la Cina (2,2 miliardi). Ad influire principalmente su questa impennata delle esportazioni sono in particolare il settore dei macchinari (15,3 miliardi, circa il 20 per cento del totale), quello dell’industria dei metalli (14,1 miliardi), dei prodotti tessili (7,7 miliardi) e della chimica (7,6). Tra le città a farla da padrone è ovviamente Milano, con 27 miliardi di valore esportato e una crescita del 9,4 per cento rispetto al 2010, ma sono da sottolineare anche le performance di Brescia (seconda assoluta con poco più di 10 miliardi e un aumento del 19,9 per cento), Monza e Brianza, Lecco, Lodi, Mantova e Como che vedono aumentare i loro valori al di sopra della media regionale.

Necessità. Numeri che non sono frutto del caso, ma di un’esigenza fortemente sentita dalle attività manifatturiere della regione. Infatti secondo l’indagine “Crisi e impresa 2012” condotta dalla Camera di commercio di Monza e Brianza su oltre mille imprese lombarde, circa un terzo degli interpellati vede nell’apertura verso nuovi mercati (oltre all’eventuale accesso al credito) la soluzione per sconfiggere le attuali difficoltà. Seguono ben staccati gli investimenti per aumentare la propria visibilità utilizzando i nuovi canali informatici (22,8 per cento), la creazione di nuove linee di prodotto e servizi per diversificare il portafoglio ordini (17,7 per cento) e gli investimenti in macchinari e nuove tecnologie (12,6 per cento).