Minibot al posto degli euro, li metteranno in pensioni e stipendi?

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 14 Maggio 2018 - 08:38 OLTRE 6 MESI FA
Minibot al posto degli euro, li metteranno in pensioni e stipendi?

Minibot al posto degli euro, li metteranno in pensioni e stipendi?

ROMA – Reddito di cittadinanza, flat tax, revisione della legge Fornero: idee redditizie in campagna elettorale ma molto costose da mettere in pratica. Servono, a seconda delle stime, qualche decina o più di un centinaio di miliardi di euro per realizzarle. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui, Ladyblitz – Apps on Google Play] Come faranno Movimento5Stelle e Lega, che buona parte di queste idee stanno mettendo nel loro contratto di governo, a trovare i fondi? Minibot. La soluzione potrebbero essere dei mini titoli di Stato, appunto ‘mini’ ‘buoni ordinari del tesoro’, dal taglio così piccolo da diventare, di fatto, paralleli alla carta moneta di tutti i giorni.

Moneta parallela che nessuno probabilmente vorrebbe, e che però potrebbe finire, d’imperio, nelle buste paga e nelle pensioni. L’idea dei mini titoli di Stato è farina del sacco della nascente alleanza di governo che, come segnala Federico Fubini sul Corriere della Sera, tra i punti del contratto che sta mettendo a punto ha iscritto, tra l’altro, lo ‘Studio sui minibot’. Un titolo che non vuol dire che sarà la soluzione alla fine scelta ma che potrebbe certo esaudire il disperato bisogno di fondi che Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno per finanziare le loro promesse elettorali.

La revisione della legge Fornero, ad esempio, costerebbe in un quinquennio quasi 150 miliardi di euro. Mentre quasi 60 miliardi mancherebbero al bilancio dello Stato con la flat tax di stampo leghista. Si tratta, evidentemente, di stime. Stime soggette a variabili come ripetono i sostenitori di questa o quella riforma ma che segnalano, al netto di queste, il costo innegabile che hanno.

E allora se i soldi non ci sono la soluzione più facile è chiaramente quella di crearli. Carta moneta però, a differenza di quando c’era la Lira, non si può stampare. Ma titoli di Stato sì. E se i titoli di Stato hanno tagli piccolissimi, nell’ordine di centinaia o anche decine di euro, possono circolare parallelamente all’euro. Certo ci sarebbero due problemi. Il primo è che nessuno li vorrebbe.

E questo perché essendo i titoli di Stato debito della nazione che li emette, il loro valore varia in relazione alla solvibilità attribuita allo Stato emittente. Che tradotto significa che 100 euro di debito della Grecia hanno un valore sui mercati decisamente diverso da 100 euro di debito della Germania. Pensate a cosa preferiste avere in tasca e ogni dubbio economico sarà chiarito.

Nessuno li vorrebbe quindi perché il valore di questi minibot sarebbe in brevissimo tempo inferiore a quello nominale e inferiore a quello dell’euro ‘classico’. Un problema questo con una soluzione relativamente semplice. Lo Stato infatti è la più grande ‘azienda’ del nostro Paese. E’ Lui che paga pensioni e stipendi a milioni di dipendenti pubblici. Niente di più semplice allora che infilare nelle buste paga una quota di minibot e il gioco è fatto. Certo, gli elettori di quelle due categorie non gradirebbero ma le elezioni sono lontane e l’alternativa, di fatto, non c’è.

Il secondo problema, quello di più difficile soluzione sarebbe, come sempre, il rapporto con Bruxelles. E’ chiaro infatti che l’Europa, per usare un eufemismo, non vedrebbe di buon occhio una simile manovra. Anche perché sarebbe, è chiaro, una manovra a debito che finirebbe in breve tempo per far sforare ai conti italiani i parametri europei. Ma, come segnala Fubini, l’aspetto di più difficile soluzione non è, anzi non sarebbe quello del rapporto politico con Bruxelles ma uno estremamente più prosaico. E’ infatti facile immaginare che con l’emissione dei minibot il rating dell’Italia scenderebbe. Più debito vuol dire meno capacità di ripagarlo e ‘voto’ più basso sui mercati in una spirale che sovente è difficile fermare.

E noi che di debito pubblico siamo tristemente campioni siamo non lontani da un’altra soglia che pochi conoscono, e cioè la soglia sotto cui, per avere denaro dalla Banca Centrale Europea, bisogna accettare i famigerati programmi della troika. Più o meno quello che è toccato alla Grecia. Una soglia che oggi non rischiamo di oltrepassare ma che certo mette più paura di un richiamo di Bruxelles.