Ripresa: vicini al punto di svolta. E lo spread “ignora” Berlusconi

Pubblicato il 6 Agosto 2013 - 12:18 OLTRE 6 MESI FA
Ripresa: vicini al punto di svolta. Lo spread guarda altrove

Ripresa: vicini al punto di svolta. Lo spread guarda altrove

ROMA – Ripresa: vicini al punto di svolta. Lo spread guarda altrove. La macchina Italia, lentamente, sbuffando, si sta rimettendo in moto: segnali importanti giungono dal settore manifatturiero anche se il Pil è attestato ancora sul segno meno (-0,4%). Ma è un inizio, di cui si sono congratulati sobriamente il presidente del Consiglio Enrico Letta e il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, sotto la vigile attenzione del governatore della Banca d’Italia (i tre si sono visti ieri a Palazzo Chigi) che non si stanca di chiedere stabilità politica per consolidare la fiducia dei mercati e non disperdere i frutti dei sacrifici. Le elezioni anticipate sarebbero, a questo punto, esiziali, è cruciale non abbandonarsi all’idea illusoria di essere salvi.

La produzione industriale a giugno sale dello 0,3% su maggio, un lieve aumento che segue il +0,1% del mese precedente. Lo rileva l’Istat. Rispetto a giugno 2012, il dato (corretto per gli effetti di calendario) resta negativo, -2,1%. E’ la ventiduesima flessione tendenziale consecutiva. Sul trimestre precedente l’indice è in calo dello 0,9%. Il governatore Visco ha fatto presente un paio di punti di criticità, qualche area di crisi.

Banche di medie e piccole dimensioni che hanno la necessità, abbastanza urgente, di dotarsi di coperture, rafforzando il patrimonio e il proprio assetto. Del resto la Vigilanza ha già acceso un faro su queste situazioni per evitare che eventuali situazioni di stress, peraltro sempre possibili, possano causare guai peggiori sui conti di questi istituti. Una analisi della situazione anche in vista del varo dell’unione bancaria europea. (Umberto Mancini, Il Messaggero)

Resta un fattore di rischio il giudizio sul rating, cioè la possibilità di una nuova bocciatura in caso la situazione politica precipitasse. Per fortuna, e lo spiega bene Morya Longo sul Sole 24 Ore, lo spread BTp-Bund sembra incomprensibilmente sordo alle sirene della politica italiana, le fibrillazioni della strana maggioranza al governo, sul quale si è abbattuta la condanna a Berlusconi, non ne influenzano il corso. Così assistiamo a una discesa dei rendimenti che, curiosamente ha avuto il suo picco di calo in corrispondenza con la lettura della sentenza. E’ un paradosso giustificato dall’azione delle banche centrali, vero anestetico dei mercati.

Quando le elezioni di febbraio hanno partorito un vuoto politico che sembrava incolmabile, che sembrava avrebbe lasciato il Paese allo sbando nel mezzo della recessione, la febbre sullo spread è infatti scesa in maniera ancora più consistente. Dai 340 punti base toccati il 26 febbraio post-voto, lo spread è infatti calato fino ai 275 punti base del giorno in cui (24 aprile) Napolitano ha conferito l’incarico a Enrico Letta. Insomma: nei due mesi di vuoto istituzionale, di caos parlamentare, i BTp hanno recuperato 65 punti base sul Bund. Il caos era simile a quello attuale, la reazione dei mercati è stata più o meno la stessa: positiva. (Morya Longo, Sole 24 Ore)