Tasse e burocrazie: per le piccole e medie imprese un ‘peso’ da 2,7 miliardi l’anno

Pubblicato il 12 Ottobre 2010 - 20:09 OLTRE 6 MESI FA

Gli adempimenti fiscali e la burocrazia sono un peso economico per le imprese. La spesa annua affrontata dalle aziende con meno di 250 dipendenti è complessivamente pari a circa 2,7 miliardi l’anno. Questo vuol dire che mediamente nel bilancio di una piccola o media impresa l’esborso è di circa 2.000 euro. Una cifra che pesa anche sulle micro-imprese, quelle fino a 4 dipendenti.

A misurare gli oneri amministrativi nel settore fiscale sono stati l’Agenzia delle Entrate e il Dipartimento della Funzione Pubblica. L’obiettivo – ricordano le due amministrazioni – è  quello ”di giungere, entro il 2012, come stabilito in sede comunitaria, alla riduzione del 25% dei costi della burocrazia che gravano sulle imprese”.

Dal calcolo degli oneri amministrativi emerge che la sola Dichiarazione annuale Iva costa ad una pmi mediamente 341 euro. Il 770 semplificato in bilancio vale un’uscita da 492 euro. La richiesta di rimborso del credito Iva trimestrale costa 450 euro. Cifre che non scendono molto per le imprese piccolissime che complessivamente debbono mettere in conto un peso annuo di 1.926 euro solo per oneri fiscali. Se si guarda al costo complessivo, per le aziende con meno di 250 addetti si arriva ad una spesa di 2.756.935.562 euro.

La parte del ‘leone’ spetta alla Dichiarazione annuale Iva che da sola vale il 54,1% dell’esborso complessivo. La misurazione, realizzata dalla task-force di esperti coordinata dall’Ufficio per la semplificazione del Dipartimento della Funzione Pubblica, con l’assistenza tecnica dell’Istat per la rilevazione, è stata condotta in collaborazione con la Direzione Centrale Servizi ai Contribuenti dell’Agenzia delle Entrate e con il coinvolgimento delle associazioni imprenditoriali che hanno partecipato a tutte le fasi del processo.

La rilevazione riguarda esclusivamente gli oneri amministrativi (modelli da compilare, documentazione da presentare, comunicazioni, registri, etc.) e non considera i costi fiscali (diritti, bolli, imposte, etc.). ”Quello dei costi della burocrazia – ha commentato Carlo Sangalli, presidente di Rete Imprese Italia e di Confcommercio – è certamente uno dei principali ostacoli, insieme all’elevata pressione fiscale, alle difficoltà di accesso al credito, al ritardo dei pagamenti della pubblica amministrazione, che gravano sulle Pmi, in particolare sull’impresa diffusa, frenandone lo sviluppo e la competitività”.