Tasse non riscosse, montagna da 500 miliardi. Il nuovo piano recupero crediti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Novembre 2014 - 12:44 OLTRE 6 MESI FA
Tasse non riscosse, montagna da 500 miliardi. Il nuovo piano recupero crediti

Tasse non riscosse, montagna da 500 miliardi. Il nuovo piano recupero crediti

ROMA – Tasse non riscosse, montagna da 500 miliardi. Il nuovo piano recupero crediti. Ammonta a più di 500 miliardi di euro la montagna di cartelle esattoriali arretrate, cioè non riscosse, dalle varie amministrazioni: si tratta di tasse, tributi locali, contributi previdenziali non pagati e accumulati in 14 anni.

Il 31 dicembre scatterà l’ultima proroga al tempo concesso a Equitalia per comunicare agli enti creditori (Stato, Inps, enti locali ecc…) che la cartella, dopo tre anni di cura della pratica, è inesigibile. Di proroga in proroga si è arrivati  alla montagna di arretrato non riscosso.

La speranza di recupero totale non esiste: di norma gli agenti riscossori valutano il 5% delle pratiche lasciando il resto al suo destino. Al punto che, per esempio il Fisco, quale ente creditore a fine anno, nei bilanci, è costretto a svalutare circa l’82 per cento dei crediti iscritti a ruolo.

Il piano del Ministero dell’Economia per un recupero razionale dei crediti prevede appunto che questa di dicembre sia l’ultima proroga. Quindi, secondo le intenzioni, ribalta il meccanismo: prima le cartelle iscritte a ruolo più recenti (e più pesanti economicamente). La bozza preparata introduce modifiche importanti.

“Per i ruoli consegnati nel 2014 le comunicazioni di inesigibilità sono presentate (da Equitalia agli enti creditori, ndr) entro il 31 dicembre 2017 e per quelli consegnati negli anni precedenti, sono presentate per singole annualità di consegna partendo dalla più recente, entro il 31 dicembre di ciascun anno successivo al 2017″.

Nel 2018, quindi, Stato, Inps ed enti locali dovrebbero verificare le cartelle 2013, nel 2019 quelle del 2012 e così via fino al 2031, quando arriveranno i ruoli nati nel 2000. Ogni anno, in base alla proposta di modifica dell’articolo 20, “l’ente creditore, tenuto conto del principio di economicità dell’azione amministrativa e della capacità operativa della struttura di controllo, (effettua le verifiche, ndr) di norma in misura non superiore al 5% delle quote comprese nelle comunicazioni di inesigibilità di ciascun anno”. (Gianni Trovati, Il Sole 24 Ore)