Vertice Ue, accolta la richiesta italiana sul riconoscimento del debito privato

Pubblicato il 16 Giugno 2010 - 21:50 OLTRE 6 MESI FA

Herman Van Rompuy

La richiesta italiana perché venga preso in considerazione il debito privato, oltre che pubblico, nella valutazione dei conti pubblici di un Paese, è stata sostanzialmente accolta dai partner europei.

Nell’ultima bozza delle conclusioni del Vertice Ue, risultato di lunghi negoziati su emendamenti proposti dall’Italia, è stato aggiunto il riferimento al “carattere sostenibile del debito”.

I capi di Stato e di governo della Ue sono “d’accordo” per “dare, nella sorveglianza sui conti, un ruolo ben più importante ai livelli di debito e al loro carattere sostenibile, come previsto inizialmente nel Patto di stabilità e di crescita”: si legge nell’ultima versione del documento, che l’Ansa è in grado di citare.

Nel testo – che potrebbe essere ancora oggetto di modifiche – non si parla espressamente di un nuovo parametro integrato per il debito, al quale l’Italia puntava, ma c’è un’apertura sostanziale ad una nuova valutazione del debito e alle sue diverse componenti.

Inoltre, si affida alla task force sulla riforma del patto, presieduta dal presidente stabile della Ue Herman Van Rompuy, il compito di approfondire ulteriormente la questione.

L’Italia, con il ministro degli esteri Franco Frattini, aveva minacciato lunedì scorso il veto sull’intero documento se non fosse stato tenuto in considerazione il riferimento al debito aggregato di un Paese, cioè all’insieme del debito pubblico e privato, incluso quello di imprese, famiglie e banche.

La necessità di considerare anche il debito privato era già stata accolta con favore da Van Rompuy, che aveva assicurato in proposito – ha riferito Frattini – il premier Silvio Berlusconi. Ma nella prima versione del testo di conclusioni del Consiglio Ue, la questione non era menzionata in questi termini.

Il punto è particolarmente importante per l’Italia, che ha un debito pubblico che viaggia verso il 118 per cento del Pil, ma un alto livello di risparmio privato e un sistema bancario sostanzialmente solido, che non è stato costretto a fare ricorso a salvataggi pubblici.

Particolarmente importante era ottenere oggi una considerazione sul concetto più ampio di “sostenibilità”, nel momento in cui i leader discutono la proposta della Commissione, fatta propria dalla task force, di prevedere procedure di infrazione non solo per i deficit eccessivi, ma anche per gli elevati livelli di debito pubblico.

L’Italia, comunque, non è l’unico Paese sensibile a questo problema. Il Belgio, la Francia e la Polonia hanno da subito appoggiato la linea italiana e anche la Finlandia si è detta d’accordo con una valutazione più ampia delle diverse componenti del debito e della sua dinamica.

Il confronto tra i 27 si svolge mentre aumentano le preoccupazioni per l’aumento registrato dal debito pubblico nella zona euro. Secondo un rapporto della Commissione Ue, a politiche invariate continuerà inesorabilmente a salire, sforando il 100 per cento entro il 2015 e il 130 per cento entro il 2020.